Sarà l’ex governatore del Texas ed ex candidato alla Casa Bianca, Rick Perry il nuovo segretario all’Energia. Perry, 66 anni, che lunedì ha avuto un incontro di 90 minuti con Donald Trump a New York, ha corso nelle ultime primarie repubblicane contro il presidente eletto in cui aveva definito l’attuale presidente eletto a un “cancro per il conservatorismo”. Dopo essersi ritirato dalla corsa presidenziale per le scarse prospettive di vittoria date dai sondaggi, Perry aveva offerto il suo appoggio al senatore Ted Cruz, ma alla fine, quando la vittoria di Trump si è resa inevitabile, ha deciso di salire sul carro del magnate newyorkese.

Veterano dell’Aviazione americana e governatore del Texas per oltre 14 anni (dal 2000 al 2015), Perry aveva partecipato alle primarie repubblicane del 2012 da cui era uscito scottato da un fiasco clamoroso. La sua campagna colò a picco durante un dibattito con altri precandidati repubblicani in Michigan: era il novembre 2011 e l’ex governatore texano correva per la nomination repubblicana, dicendo di voler abolire tre dipartimenti per ridurre le spese. Ma quando si trovò a doverli elencare, in un pubblico dibattito televisivo, riuscì a citare solo Commercio e Pubblica istruzione. E il terzo? “Oops, non me lo ricordo”. Furono pochi secondi, ma la scena, impietosamente rilanciata da media e su Internet, stroncò definitivamente la corsa di Perry. Ironicamente, aveva dimenticato proprio il dipartimento dell’Energia, di cui sarà ora segretario a partire dal 20 gennaio.

Contrario all’interventismo statale, Perry aveva trasformato il Texas negli ultimi anni nella controparte di Washington, scontrandosi costantemente con le iniziative del presidente Barack Obama e con una posizione altalenante in materia di immigrazione in uno Stato con il 40% di popolazione ispanica. Se nel 2001 appoggio il Texas Dream act, una legge che permette ai migranti senza documenti l’accesso all’università con vantaggi, prima di lasciare lo Stato, al confine con il Messico, in una delle peggiori crisi migratorie degli ultimi anni.

Al momento l’ex governatore è nel board di Energy Transfer Partners, la compagnia che sta sviluppando il controverso oleodotto Dakota Access contro il quale si battono i Sioux. Se Perry verrà confermato all’Energia, ricorda il sito The Hill, guiderà un dicastero con 13mila dipendenti che ha il compito di finanziare la ricerca sull’energia, sovrintendere all’arsenale nucleare e regolare l’efficenza energetica.

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