“Si avvicina il referendum e cercano di nuovo di infangarci. E’ la solita tecnica per distogliere l’attenzione, ma significa anche che hanno paura di perdere. Voglio però fare un po’ di chiarezza. Tutto ha un limite”. Virginia Raggi sceglie Facebook per dire la sua sulle polemiche scoppiate dopo le notizie sulla nuova indagine condotta dalla procura di Roma sulle nomine in Campidoglio: “Si vuol far passare l’idea che la nostra giunta non sia trasparente, che abbiamo qualcosa da nascondere o che ci sia qualcosa di opaco. Non ci stiamo. Non è così”.

La sindaca si riferisce in primis al nuovo caso che agita le acque del movimento nella Capitale, quello dell’incarico conferito alla dirigente Vittoria Crisostomi, coinvolta in un’inchiesta su un’importante lottizzazione in zona Laurentina: “Addirittura alcuni media vogliono far credere che, per chissà quali motivi, abbiamo voluto dare un incarico ad una persona indagata – scrive la Raggi – e, come se non bastasse, che questa persona farebbe parte del mio staff e non sia, come è in realtà” una dipendente del Comune. La dirigente è “rimasta nella struttura dove era stata collocata nel 2015 dal commissario straordinario Tronca. Nessuna promozione. Questa persona nella sua richiesta di nuovo incarico alla amministrazione ha espressamente dichiarato di non avere carichi pendenti a suo carico”.

“Oggi veniamo a sapere – si legge ancora nel post – dopo notizie di stampa assai gravi che abbiamo voluto immediatamente verificare per tutelare in primis i cittadini e l’amministrazione stessa, che invece ci sarebbe una indagine in corso a suo carico. Bene. Per prima cosa le sarà revocata la delega, ma non basta. Abbiamo già avviato indagini interne per approfondire sulla non corrispondenza al vero della dichiarazione resa. Se dovesse emergere che la sua dichiarazione sulla assenza di indagini in corso sia falsa, ricorreremo a tutti gli strumenti giudiziari e disciplinari del caso. Nessuno sconto”.

Non c’è quindi solo il caso di Paola Muraro, assessore all’Ambiente indagata per presunti reati ambientali commessi quando era consulente all’Ama, tra i grattacapi con cui il M5S deve confrontarsi. Ora la procura vuole fare chiarezza, come scrive Il Fatto Quotidiano, sui compensi di Salvatore Romeo, capo della segreteria diventato dirigente con un aumento di stipendio di 90mila euro (poi scesi a 70mila).

L’indagine ha preso il via dopo l’arrivo a palazzo Senatorio delle delibere dell’Autorità Nazionale Anticorruzione che mettevano in evidenza dubbi di legittimità sugli incarichi e sui compensi di alcuni collaboratori della sindaca. A chiedere il parere dell’Anac era stata la stessa sindaca, dopo le polemiche scoppiate nel M5S sulla scelta dei collaboratori. Secondo il Corriere della Sera, i magistrati di piazzale Clodio vogliono verificare tutte le nomine decise dalla Raggi per capire se siano stati commessi abusi.

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