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Siracusa, chiusa inchiesta su 29 dipendenti accusati di assenteismo: “Facevano shopping in orario di lavoro”

I 29 lavoratori, dislocati in 4 diverse sedi della ex provincia, sono accusati di truffa aggravata: durante l'orario di lavoro sono stati sorpresi a fare acquisti per le vie del centro, a fare visite mediche in strutture sanitarie pubbliche e lavori di giardinaggio per privati
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Ventinove dipendenti indagati per assenteismo dal posto di lavoro. È a loro che la Guardia di Finanza di Siracusa sta notificando l’avviso di conclusione delle indagini. L’inchiesta coordinata dalla procura di Francesco Paolo Giordano riguarda i dipendenti del libero consorzio comunale di Siracusa, e cioè l’ente che ha preso il posto delle province dopo un paio di riforme flop della Regione Siciliana.

L’operazione, battezzata Quo Vado, a tutela della spesa pubblica e del bilancio dello Stato, vede impegnate 24 pattuglie che stanno operando, dalle prime ore dell’alba, in tutta la provincia di aretusea. 

I 29 dipendenti, dislocati in 4 diverse sedi, sono accusati di truffa aggravata: durante l’orario di lavoro sono stati sorpresi a fare shopping per le vie del centro di Ortigia e in centri commerciali, a fare visite mediche in strutture sanitarie pubbliche e lavori di giardinaggio per privati. Alcuni lavoratori, poi, timbravano il badge di altri colleghi per attestarne la presenza in ufficio, l’inizio o la fine del turno di lavoro, consentendo loro di raggiungere in netto ritardo l’ufficio e di allontanarsene in largo anticipo o, addirittura, di assentarsene per l’intero turno. Le indagini sono cominciate nel gennaio 2015, e si sono basate su pedinamenti e 6.800 ore di videoregistrazioni.

Il procuratore di Siracusa Giordano ha sottolineato come prosegua da parte degli inquirenti “l’attività di controllo della legalità nella Pubblica amministrazione. I presunti dipendenti infedeli saranno deferiti oltreché all’amministrazione di appartenenza per i profili disciplinari, ivi compreso il possibile licenziamento, in base alla nuova normativa, anche alla Procura regionale presso la Corte dei conti. Il procedimento di indagini ha messo in rilievo anche l’assenza completa di controlli interni”.

 

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