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Mediaset-Vivendi, il Biscione chiede 50 milioni di euro per ogni mese di ritardo nell’acquisto di Premium

Cologno Monzese ha avviato l'annunciata azione legale contro i francesi, che dopo aver firmato un contratto vincolante per l'acquisto della pay tv si sono tirati indietro. La famiglia Berlusconi quantifica in "un miliardo e mezzo" il danno complessivo se l'operazione saltasse del tutto
Mediaset-Vivendi, il Biscione chiede 50 milioni di euro per ogni mese di ritardo nell’acquisto di Premium
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Lo scontro Mediaset-Vivendi sulla vicenda Premium finisce, come annunciato, davanti ai giudici del Tribunale di Milano. Il Biscione ha depositato un’azione legale contro la società francese che, a fine luglio, aveva presentato una proposta alternativa al gruppo di Cologno Monzese dopo aver firmato in aprile un contratto vincolante per l’acquisto della pay-tv. Un dietrofront secondo la holding guidata da Pier Silvio Berlusconi, che ora chiede un maxi risarcimento. Nell’atto depositato per “l’effettiva esecuzione del contratto vincolante concluso tra le parti l’8 aprile 2016” viene infatti chiesta “l’esecuzione coattiva del contratto per ordine del giudice e il risarcimento dei danni sin qui subiti stimati per ora in un importo pari a 50 milioni per ogni mese di ritardo nell’adempimento da parte di Vivendi a partire dal 25 luglio 2016″. L’iniziativa smentisce le indiscrezioni della vigilia che parlavano di una possibile pacificazione.

Ma a procedere legalmente contro Vivendi sarà anche Finivest che controlla Mediaset con il 34,7%: nei primi giorni della prossima settimana depositerà un’azione legale. Lo apprende l’Ansa da fonti vicine alla holding dei Berlusconi. Fininvest, che nei patti parasociali del contratto si era impegnata come Vivendi a limitare la sua possibile crescita in Mediaset, avvierà la causa civile su aspetti leggermente diversi rispetto a quelli toccati dall’azione del gruppo televisivo.

In una nota Mediaset specifica “per chiarezza che l’atto di citazione non riguarda il grave danno complessivo che la risoluzione del contratto non onorato comporterebbe (non inferiore a un miliardo e mezzo di euro) ma l’obbligo di esecuzione del contratto stesso. Il risarcimento richiesto è quindi relativo unicamente al ritardo già fin qui accumulato e ad eventuali ulteriori ritardi prodotti da fantasiose e dilatorie proposte di accordi diversi dal contratto in essere”, conclude il comunicato del Biscione.

Lo scorso luglio il gruppo presieduto dal finanziere bretone Vincent Bollorè ha comunicato che non avrebbe più acquisito il 100% della pay tv Premium, ma solo il 20%, confermando lo scambio del 3,5% del capitale di Vivendi con il 3,5% del capitale di Mediaset previsto l’accordo di aprile ma puntando a detenere in tre anni circa il 15% del capitale di Cologno, attraverso un prestito obbligazionario convertibile.

Mediaset aveva precisato che l’analisi dei risultati di Premium era avvenuta “prima della firma, come accade prima di ogni assunzione di impegni”. Come dire che il rosso dei conti di Premium, 85 milioni di euro nel 2015 e 63 milioni nel primo trimestre di quest’anno, era noto. Così come le conseguenze sui conti del gruppo, che ha chiuso il primo trimestre 2016 con un rosso di 18 milioni mentre un anno fa riportava un utile di 600mila euro. Senza Premium, il gruppo avrebbe registrato un utile netto di 38,6 milioni.

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