Il mondo FQ

Bce, la pericolosa (e arrogante) bolla dei tassi sottozero creata da Draghi

Bce, la pericolosa (e arrogante) bolla dei tassi sottozero creata da Draghi
Icona dei commenti Commenti

New York – E’ uno scenario devastante e depressivo. Creato da una politica monetaria sbagliata, miope e arrogante, perseguita da Fed e Bce, bastioni del capitalismo occidentale sempre e comunque pro-banche e pro-aziende, e mai – ma davvero mai – inclini a favorire i cittadini. Una politica che sta producendo conseguenze da economia di guerra, stante l’immissione di liquidità sui mercati a suon di trilioni di euro e di dollari, attuata tramite quella mossa disperata che va sotto il nome di Qe (Quantitative easing) di cui il campione mondiale, senza rivali, è Mario Draghi, il banchiere romano ex Goldman Sachs che guida da Francoforte l’Eurotower filotedesca.

Quali conseguenze? E’ presto detto: in Italia la deflazione galoppa, il Paese non cresce, non si crea lavoro, mentre banche e aziende sono privilegiate dalla Bce con provvedimenti di stimolo inutili (non funzionano) che non hanno uguali nella storia economica per i costi immensi. E, tanto per non ripetersi, la gente normale non riceve invece alcun aiuto concreto: zero. Paghiamo solo tasse.

Anche se siamo a Ferragosto, sul mercato sta accadendo che i titoli obbligazionari aziendali fatti rastrellare per ordine di Draghi dalle banche centrali europee dell’Eurosistema sono da metà luglio in una bolla senza precedenti: l’alleggerimento quantitativo (o Qe, Quantitative easing) ha fatto schizzare i prezzi dei bond e fatto crollare i tassi. E ovviamente anche i rendimenti sui titoli di stato come Btp e Bot.

In termini di insider trading sarebbe assai interessante capire chi ha comprato cosa, sul mercato, “prima” dell’annuncio ufficiale di Banca d’Italia e Bce emanato il 18 luglio 2016. Basterebbe fare il calcolo del forte aumento di prezzo (e del relativo calo dei rendimenti) su 5-6 tra i maggiori emittenti italiani – come Eni, Enel, Atlantia – per imbastire un’interrogazione parlamentare coi fiocchi impostata in modo molto semplice: quali soggetti hanno guadagnato e quanto hanno incassato, con l’acquisto dei titoli obbligazionari corporate decisi da Mario Draghi e Ignazio Visco?

Invece, tutto tace. Anzi, le agenzie di stampa hanno battuto dispacci da cui si conferma l’asservimento acritico di buona parte del mondo dell’informazione al sistema politico-banco-centrico del potere. Il tema di questi giorni è l’asta dei Bot. Le agenzie scrivono: “Intanto dal fronte del debito pubblico arrivano nuovi segnali positivi: il rendimento dei Bot annuali è sceso al nuovo minimo storico”.

Già, ma questa frase va girata di 180 gradi in quanto implica invece un significato che è il suo esatto contrario: tassi negativi, rendimenti sottozero, quindi un paese industriale dell’Occidente come l’Italia bloccato dalla non-crescita. Uno scenario catastrofico, deflazionista, depressionario. Altro che “nuovi segnali positivi”. Nel dettaglio la scorsa settimana il Tesoro ha piazzato in asta tutti i 6 miliardi di euro del Bot a un anno con tassi in discesa a -0,190% da -0,176% del collocamento di luglio: la domanda ha superato i 10,5 miliardi. Attenzione: tassi sottozero.

Tradotto significa che bisogna perdere soldi per prestare denari allo Stato acquistando i bond del debito sovrano italiano, continuando così a far salire il debito pubblico, quello al record storico di 2.241 miliardi di euro. Siamo al masochismo economico e finanziario di un’intera popolazione, che non sa nulla e non si cura di temi pallosi come i tassi sottozero. Masochismo che tracima dall’alto verso il basso tramite manipolazione sottile ma più spesso esplicita, su grandi media e sulle banche.

Il Paese non sa, ignora, ma subisce supinamente uno scenario in cui i forti e ben connessi si rafforzano con speculazioni di borsa e insider trading, tutti gli altri fanno fatica a tirare la carretta, incapaci di dare un futuro dignitoso a se stessi e alle proprie famiglie.

Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione