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Fabrizio Pellegrini ottiene i domiciliari. Era in carcere per aver coltivato piante di cannabis per curarsi

Ad annunciarlo sono stati gli avvocati Vincenzo Di Nanna segretario di Amnistia, Giustizia e Libertà Abruzzo e Giuseppe Rossodivita, segretario del Comitato radicale per la giustizia Piero Calamandrei: "Una decisione che gli salva la vita. Fino a quando sarà la giustizia a dover riparare all'inadeguatezza della politica?"
Fabrizio Pellegrini ottiene i domiciliari. Era in carcere per aver coltivato piante di cannabis per curarsi
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Il pianista Fabrizio Pellegrini ha ottenuto gli arresti domiciliari. 47 anni, malato di fibromialgia, era finito in carcere a Chieti per aver coltivato piante di cannabis per curarsi. Ad annunciarlo sono stati i suoi avvocati Vincenzo Di Nanna segretario di Amnistia, Giustizia e Libertà Abruzzo e Giuseppe Rossodivita, segretario del Comitato radicale per la giustizia Piero Calamandrei.

“E’ un provvedimento che gli salva la vita”, ha commentato Di Nanna. “I vistosi ematomi e gli altri insostenibili sintomi che si sono manifestati in seguito all’interruzione della terapia hanno reso l’uscita dal carcere un passo obbligato non solo dal punto di vista legale, ma anche umano. Una necessità che è stata colta con prontezza e sensibilità dal magistrato di sorveglianza Maria Rosaria Parruti. La magistratura ha saputo riconoscere la gravità della situazione e intervenire nel modo più adeguato: ma fino a quando sarà la giustizia a dover riparare all’inadeguatezza della politica?”, si chiede Di Nanna parlando di “un caso emblematico delle contraddizioni del proibizionismo e dell’attuale quadro legislativo”.

Nei giorni scorsi l’arresto di Pellegrini aveva creato numerose polemiche e la mobilitazione di vari esponenti politici che avevano chiesto l’intervento del ministro della Giustizia Orlando. “E’ una bellissima notizia”, ha detto il segretario dei Radicali Riccardo Magi. “e un successo della mobilitazione radicale che ha visto in pochissimi giorni oltre 150 persone da tutta Italia chiederne la scarcerazione aderendo con un digiuno a staffetta all’iniziativa nonviolenta lanciata da Andrea Triscuoglio, Norberto Guerriero e dagli altri compagni radicali di Foggia”. Il capogruppo di Sinistra Italiana alla Camera Arturo Scotto ha chiesto che il Parlamento si impegni per affrontare la vicenda e annunciato un’interrogazione sull’argomento: “Il caso di Pellegrini”, ha detto, “che coltiva cannabis per curarsi visto che è l’unico rimedio efficace per la sua patologia in quanto non può assumere medicinali a base di oppiacei per intolleranza, è la dimostrazione di come anche nel nostro Paese sia necessaria una legislazione sulla cannabis, la sua coltivazione e il suo utilizzo sia medico, la cannabis come rimedio efficace per alcune patologie è oggi una pratica diffusissima nel mondo, che ricreativo”. Il disegno di legge sulla legalizzazione della Cannabis è appena arrivato in Aula per la discussione e già rimandato a settembre prossimo: al momento mancano i voti necessari per la sua approvazione.

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