Un fiume inesauribile di persone, ancor prima che migranti, in marcia. Dalla Siria, dall’Iraq, dall’Afghanistan. Verso un’Europa che troppo spesso li respinge. Anziani e giovani. Bambini e famiglie. Occhi ricolmi di speranza. Genti dignitose in fuga dalla guerra, dalla disperazione, dalla schiavitù, dalla morte. In cerca di una via d’uscita che significa libertà, sopravvivenza, vita. In cerca di un futuro ma anche di un altro presente possibile. Il fotoreporter abruzzese Stefano Schirato ha seguito il loro cammino lungo la rotta balcanica. Con le sue immagini inconfondibili, in bianco e nero, è riuscito a dare un volto ai migranti e una voce alle loro storie, per ricordare a tutti noi che, quella che può sembrare solo una marea indistinta di persone, è una realtà punteggiata da singole tragedie di individui singoli. Persone come noi. Per non assuefarci al dolore del nostro tempo. Per continuare a guardare, ad agire.

“Devi poter ascoltare i passi lenti di quella gente, le urla in mezzo al mare, per comprendere che è molto di più di quello che ti raccontano i media” sostiene il fotografo. Partito tre volte per scattare queste istantanee. Dalla Croazia a Lesbo, a Idomeni, passando per la No Man’s Land, quella striscia di terra conficcata tra l’ultima città macedone e la Serbia. Fino all’Austria. Confine dopo confine. Storia dopo storia. E, con questi scatti, Schirato ha realizzato una mostra fotografica, One Way Only. Senza voltarci indietro, promossa dalla Caritas, che è ospitata da giovedì 23 giugno alla biblioteca della Camera dei Deputati a Roma. Presente, al vernissage, anche Laura Boldrini. La mostra resterà aperta fino all’8 luglio: da lunedì a venerdì dalle 10 alle 18 e il sabato dalle 10 alle 12. Consigliamo a tutti di immergersi in queste immagini potentissime, alternativamente pedagogiche e ricche di “punctum”, come diceva Roland Barthes.

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