Il mondo FQ

Bolletta elettrica, la beffa del vano scala: la luce si paga come in un capannone industriale. Cioè tre volte tanto

Nel caso delle utenze di tipo “domestico residente”, come le nostre case, una famiglia deve versare ogni anno 57 euro per le “quote fisse”. Questo valore aumenta a 174 euro per le utenze "non domestiche", come gli stabilimenti aziendali, ma anche gli spazi comuni di un condominio. Codacons: "Non è giusto spalmare i costi delle morosità sugli utenti onesti"
Bolletta elettrica, la beffa del vano scala: la luce si paga come in un capannone industriale. Cioè tre volte tanto
Icona dei commenti Commenti

Se ci si addentra tra le infinite voci e postille della bolletta elettrica se ne scoprono delle belle. Spulciando qua e là, tra testi e regolamenti per addetti ai lavori, ci si può ad esempio imbattere nella differenza tra tariffe per le utenze di tipo “domestico residente” (quindi le nostre case) e quelle per le utenze destinate ad “altri usi” (come gli stabilimenti industriali). Una questione un po’ tecnica che però, senza saperlo, coinvolge tutti i consumatori, visto che l’illuminazione del vano scala, che paghiamo in bolletta, è classificata come “altri usi” e prevede una tariffa di gran lunga più alta.

Nel caso infatti delle utenze di tipo “domestico residente”, con potenza impegnata di 1,5 KW, una famiglia deve versare ogni anno 57,70 euro per le “quote fisse”. Nel caso invece di un utente “non domestico”, a parità di potenza impegnata, l’esborso annuale relativo alle “quote fisse” sale a 174,68 euro. Cioè più di tre volte tanto. A entrambi si aggiungono poi le altre componenti di natura tributaria e, ovviamente, il reale consumo di energia.

Come si spiega un divario così ampio? L’Autorità per l’energia spiega che tra i “non domestici” c’è maggiore morosità e i costi in più devono essere spalmati a danno di chi paga regolarmente. Inoltre, i “non domestici” usano maggiormente la rete elettrica e quindi ci sono maggiori oneri per tenerla in equilibrio. “Le differenze tariffarie tra usi domestici e non domestici sono abnormi e la forbice tra i due è troppo estesa: la morosità eccessiva a nostro avviso non basta a giustificare tali differenze, e non appare giusto spalmare i costi derivanti dai mancati pagamenti sugli utenti onesti che saldano regolarmente le bollette”, commenta Carlo Rienzi, presidente del Codacons, secondo cui “andrebbe semmai avviata una politica di recupero delle morosità che introduca maggiore equità nel settore delle utenze non domestiche”.

Ma se si va più a fondo si scopre altro. Per l’illuminazione del vano scala di un condominio e per il funzionamento del campanello della porta, le società elettriche fanno sottoscrivere un contratto di utenza “per altri usi”, che appunto è molto più oneroso. Tutto nella norma, visto che è la stessa Autorità per l’Energia a considerare il vano scala “non domestico” (oltre le due unità abitative) e lo classifica come se si trattasse di una sorta di stabilimento commerciale o industriale.

E tuttavia, i dubbi sono leciti. Innanzitutto la scala di accesso agli appartamenti non produce reddito, tanto è vero che non è oggetto di autonoma compravendita immobiliare. Inoltre, il contratto di categoria “altri usi” non si concilia con il fatto che le società applicano l’Iva agevolata al 10% sulle fatture bimestrali delle utenze “luce scala”, tipica dell’uso abitativo. Insomma, il contratto risulta “domestico” per le somme destinate all’Erario e “non domestico” per il fornitore di energia che introita le quote fisse moltiplicate. “La questione dimostra ancora una volta come il settore dell’energia sia una giungla, e come sia difficile per l’utente conoscere e comprendere nel dettaglio le varie voci che compongono tariffe e fatture”, commenta ancora Rienzi.

Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione