Ci sono storie “impossibili” che si trasformano in favole. Che come queste sembrano avere un lieto fine. Proprio come accade a Palazzo Beneventano del Bosco, a Lentini, nel siracusano. Un’architettura storica, imponente e importante. Identificativa di quella comunità siciliana. Un complesso d’impianto duecentesco, in gran parte distrutto dai sismi del 1543 e poi del 1693 e per questo ricostruito, a partire dal 1700. Anche se è solo dal 1910 che i lavori, che si sono protratti per alcuni decenni sotto la guida dell’architetto Carlo Sada, hanno preso avvio. Uno splendore composito.

lentini. palazzo beneventano

Il cortile interno a ciottoli fluviali bianchi e neri. Le grandi sale affrescate del piano superiore. Quella della Musica e poi quella degli Specchi. Soprattutto Le cinque camere da letto, la saletta d’attesa, la sala dell’Alcova e quella degli Stemmi, lo Studiolo, la Stanza delle Cassaforti, lo Studio dell’Amministrazione, la sala del ricevimento del Barone, il Salottino Giallo, la Sala da Pranzo. Un luogo nel quale Lentini si riconosce, eppure a lungo tra gli anni Ottanta e Novanta del Novecento, luogo degradato. Prima occupato dagli sfollati, poi deposito dei mezzi di Nettezza Urbana Comunale. Quindi ristrutturato in fasi diverse, grazie a successivi finanziamenti, l’ultimo dei quali erogato dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale 2007-2013 nel luglio 2013 .

Complesso finalmento restituito alla fruizione, lo scorso 7 maggio con “Dea Misterica” una bimestrale d’arte. Ma non ci sono sono gli artisti in mostra. Contemporaneamente ci sono presentazioni di libri, laboratori e spettacoli teatrali. Tante, tantissime le persone che ogni giorno animano le sale nobili del Palazzo. “E’ bellissimo! Il popolo raccolto a palazzo” dice Giorgio Franco, presidente della neo nata sezione di Italia Nostra che ha avuto in affidamento la struttura. Un affidamento a tempo, però, dal momento che avrà termine il 30 giugno. Chiude la mostra, si arresta il progetto di Italia Nostra. Già tutto deciso. Il motivo? Ma perché a Lentini si voterà per le amministrative e non si sa come andrà a finire. Insomma chi vincerà deciderà anche su Palazzo Beneventano.

Il rischio che il nuovo polo culturale realizzato da Italia Nostra, con poche risorse ma con molta determinazione, naufraghi esiste. Sarebbe un ritorno al passato. Al 2010, quando il sindaco Alfio Mangiameli nominò una commissione che si occupasse della possibile destinazione del palazzo. Quando la funzione era ancora incerta. I lavori di ristrutturazioni lontani dal completamento.

“Il Museo del Domani lo fanno loro, non i burocrati, non gli indifferenti nè gli invidiosi” scriveva Italia Nostra il 20 maggio sulla sua pagina Facebook presentando i Laboratori e visite di saperi e creatività rivolti ai ragazzi. Il Palazzo ristrutturato, ma anche fruibile é un’occasione. Molto più di un “prestigioso” contenitore di eventi. Un luogo di cultura ma anche un’oasi di legalità Per l’intera comunità di Lentini. Un’occasione che la politica ha il dovere di alimentare. A prescindere dal risultato della competizione elettorale. Solo in questo modo la storia che sembrava impossibile diventerà davvero una favola.

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