La scorsa settimana la scuola pubblica elementare frequentata dai miei figli ha ottenuto un finanziamento di 4 milioni di dollari australiani (circa 2 milioni e mezzo di euro al cambio attuale) per costruire una nuova sala polifunzionale e ristrutturare alcune aule. E’ una scuola che negli ultimi anni è cresciuta in maniera esponenziale, raddoppiando gli studenti (da 300 a quasi 600) ed acquisendo fama di scuola di eccellenza grazie ad un preside estremamente dinamico ed innovativo. Questa rapida crescita nel numero degli alunni non era stata accompagnata da un proporzionale adeguamento infrastrutturale, gap cui si è rimediato con il recente finanziamento.

Ora, è vero che le finanze pubbliche australiane sono in miglior salute di quelle italiane e più generose per quanto concerne l’investimento nel settore educativo. Ma mi sembra interessante condividere con voi il processo che ha portato a tale finanziamento, per capire quanto una politica trasparente e che parte dal basso possa essere tanto semplice da realizzare quanto di enorme beneficio per la cittadinanza.

Primo step: la scuola ha preparato un progetto di ristrutturazione, utilizzando la commissione scolastica interna incaricata dell’edilizia (composta di insegnanti e genitori, alcuni dei quali ingegneri ed architetti) che ha lavorato con un consulente esterno per preparare il progetto. I genitori hanno potuto fornire i loro input durante tutte le fasi del progetto, in modo che lo stesso rispondesse alle esigenze degli studenti e delle loro famiglie. Niente progetti a porte chiuse ma un ampio coinvolgimento di quelli che saranno gli utilizzatori della scuola, le famiglie.

Secondo step: il progetto è stato presentato all’equivalente del nostro consigliere regionale, che siede nell’assemblea legislativa dello stato del Victoria, il quale si è fatto carico di presentarlo in aula. Da notare che il consigliere è di un partito diverso da quello notoriamente sostenuto dal Preside della scuola. Il che non è assolutamente stato un impedimento.

Terzo step: la scuola ha chiesto ai genitori di organizzare una petizione, con raccolta di firme da indirizzare al consigliere regionale per sostenere la nostra richiesta e dare peso alla presentazione della proposta all’interno del parlamento regionale. Le firme sono state depositate alla residenza del consigliere, che è nota a tutti ed è indicata sul suo sito. Insomma, ci siamo recati a casa sua a perorare la causa, con un contatto diretto e non mediato.

Quarto step: la proposta è stata approvata (in un arco di 3 settimane da quando il consigliere si è fatto carico di presentarla) e la settimana successiva all’approvazione l’Assessore all’Educazione del Victoria si è recato a scuola per dare l’annuncio dell’approvato finanziamento. Nessun intermediario o lobbysta, nessun favore politico chiesto in cambio, nessuna mazzetta. Tutto alla luce del sole, con interazione diretta tra i genitori ed il consigliere regionale e con una velocità di risposta supersonica, se paragonata ai ritmi cui siamo abituati in Italia. E’ una storia semplice, elementare nel suo lineare svolgimento: proprio quella che dovrebbe essere in grado di raccontare, tutti i giorni, una buona politica.

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