Da poco più di 24 ore è il candidato repubblicano alla Casa Bianca, ma le polemiche dentro e fuori dal partito sono appena cominciate. Donald Trump ha perso il sostegno degli ex presidenti George H.W.Bush padre e George Bush figlio. E i Rolling Stones gli hanno intimato di non usare più le loro canzoni in campagna elettorale.
Neanche il tempo di festeggiare l’investitura quasi definitiva dopo il ritiro dell’avversario Ted Cruz, che il magnate americano ha perso il sostegno di due personaggi fondamentali, Bush padre e figlio. Secondo il quotidiano statunitense Texas Tribune, i due ex presidenti hanno intenzione di ‘restare in silenzio’ durante la campagna che molto probabilmente porterà il magnate ad affrontare l’ex segretario di Stato Hillary Clinton nelle presidenziali di novembre. “A 91 anni, il presidente Bush si è ritirato dalla politica”, ha dichiarato al Texas Trubune il suo portavoce, Jim McGrath, nonostante l’ex presidente abbia partecipato di recente alla raccolta fondi per la campagna dell’altro figlio, Jeb, durante le primarie. Secondo McGrath, quella “è stata l’eccezione che conferma la regola”. Dal canto sui, l’assistente personale di Bush (figlio), Freddy ford, ha spiegato che l’ex presidente “non ha intenzione di partecipare o di esprimere commenti sulla corsa presidenziale”.
Ma non è l’unico problema per Trump. In un comunicato diffuso oggi il celebre complesso rock si è unito ad altri artisti che hanno chiesto all’ormai unico candidato in corsa per la nomination dei repubblicani di astenersi “con effetto immediato” di far suonare la loro musica nel corso di eventi politici. Il miliardario ha usato le canzoni degli Stones per mesi assieme a brani di Elton John, pezzi d’opera e classici del rock. Tra i favoriti della sua colonna sonora c’è appunto il celebre “You Can’t Always Get What You Want” del 1969, mentre il 4 maggio a un comizio la campagna di Trump ha suonato “Start Me Up”. Altri artisti che hanno ordinato a Trump di non usare le loro canzoni sono Adele, il frontman di Aerosmith Steven Tyler e Neil Young.
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