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Brexit, il comitato inglese per l’uscita dall’Ue contro la Le Pen: “Non venga a Londra a fare campagna”

Gisela Stuart, deputata laburista e copresidente della campagna “Vote Leave”, a favore dell’uscita dall’Unione europea, ha chiesto espressamente a Theresa May, ministro degli Interni, di vietare l’accesso al territorio nazionale della Le Pen per le sue “opinioni estremiste”
Brexit, il comitato inglese per l’uscita dall’Ue contro la Le Pen: “Non venga a Londra a fare campagna”
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Sta già preparando nei dettagli la sua visita nel Regno Unito, a fine maggio o inizio giugno. Marine Le Pen vuole andare a sostenere chi fa campagna per il Brexit. Ma ci andrà davvero? Perché sono gli stessi militanti britannici del “no all’Europa” a non volerla fra i piedi.

In una lettera, resa pubblica, Gisela Stuart, deputata laburista e copresidente della campagna “Vote Leave”, a favore dell’uscita dall’Unione europea, ha chiesto espressamente a Theresa May, ministro degli Interni, di vietare l’accesso al territorio nazionale della Le Pen per le sue “opinioni estremiste”. La Stuart ha ricordato la volta in cui paragonò i musulmani che pregano per le strade con l’occupazione nazista in Francia. “La presenza della Le Pen nel Regno Unito – ha scritto nella sua lettera – non contribuirebbe all’interesse generale”.

La Stuart è uno dei rari parlamentari laburisti ad aver preso posizione ufficialmente per il Brexit. In “Vote Leave” si ritrovano soprattutto conservatori euroscettici, come il sindaco di Londra Boris Johnson. Che, in ogni caso, per convincere l’elettorato più moderato, vogliono prendere le distanze dall’organizzazione concorrente, “Grassroots Out”: vede come esponente di spicco Nigel Farage, leader del Partito per l’indipendenza del Regno Unito (Ukip), formazione xenofoba e antieuropea.

Sì, ma in realtà neanche l’estrema destra britannica è pronta ad accogliere a braccia aperte la francese. Nel passato Farage ha già ricordato sprezzante che “l’antisemitismo fa parte del Dna del Front National”, il partito della Le Pen. E si è rifiutato di costituire un gruppo comune con lei al Parlamento europeo. Domenica 24 aprile, su Skynews, Farage ha detto di non essere contrario alla venuta del leader dell’estrema destra francese. Ma ha aggiunto di ritenere “inutile un suo intervento nella campagna pro Brexit”.

La ministra May ha opposto un no comment, ma ha ammesso che sta esaminando il caso. Intanto, la Le Pen è già passata al contrattacco. Lunedì 25 aprile ha detto: “Alla Stuart perdono tutto, perché è contro l’Unione europea. Ma alla fine resta proprio una socialista. E i socialisti hanno sempre avuto un leggero problema con la democrazia”. Poi ha aggiunto: “Mi stupisco che lei e altri non abbiano detto nulla al momento della visita di Barack Obama a Londra, perché lui sì che ha fatto ingerenza negli affari interni del Paese, spingendo apertamente per il no al Brexit. Io, se ci andrò, mi limiterò a difendere il principio per cui ogni popolo deve poter determinare il proprio rapporto con la Ue”.

Da tempo la Le Pen chiede un referendum sul modello di quello nel Regno Unito anche in Francia. E in marzo un sondaggio europeo aveva indicato che il 53% dei francesi è favorevole a un’iniziativa del genere. Anche se poi, alla fine, sempre secondo la stessa inchiesta, la maggioranza voterebbe per restare nell’Unione europea.

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