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Caso Guidi, ‘qualcosa è cambiato’. Ma solo nella narrazione renziana

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C’è una dichiarazione di Renzi nella confusione del caso Guidi che va analizzata con molta attenzione. Quando afferma che le dimissioni della ministra sono lì “a dimostrare che con noi qualcosa è cambiato” rivela un salto di qualità nella sua strategia di comunicazione, nel senso di un ulteriore incremento della sua ambiguità. Finora quello che aveva suscitato perplessità era la sicurezza con cui prevedeva un miglioramento delle varie situazioni in conseguenza dei provvedimenti (la cosiddetta politica degli annunci) e l’interpretazione sempre in chiave ottimistica dei dati, che è un atteggiamento tutto sommato consueto in chi governa.

Camera - Matteo Renzi riferisce sul prossimo Consiglio Europeo

I numeri – si sa – vanno sempre interpretati e nell’interpretazione è naturale che ognuno metta in rilievo gli aspetti che danno ragione al proprio operato. Ma adesso c’è qualcosa di diverso, qualcosa in più. Non un annuncio riguardante il futuro, non un’interpretazione, ma un’asserzione, la costatazione di un fatto “avvenuto”: il cambiamento in positivo di un atteggiamento. Ovviamente non è avvenuto un bel niente nella realtà. Anzi se c’è una cosa che il caso-Guidi dimostra è proprio il contrario.

C’era una promessa di Renzi che mi aveva favorevolmente colpito all’inizio del suo governo: la promessa di creare un paese in cui conta conoscere qualcosa più che conoscere qualcuno. A distanza di due anni mi pare che il contesto in cui si è mosso questo governo è proprio quello in cui conta conoscere qualcuno. Un contesto di amici, di amici degli amici, di fidanzati, di appartenenze territoriali, di frequentazioni di milieu e di occasioni comuni, di lobbies e di adesioni al progetto del leader. Questo è il meccanismo perverso che emerge oggi dalle chiacchierate tra una ministra e il suo compagno, ma non è diverso da quello che riuniva attorno a un Rolex il ministro Lupi, suo figlio e un imprenditore. Ed è lo stesso meccanismo per cui a riformare la costituzione non sono state chiamate persone che hanno dimostrato di conoscere qualcosa in materia di principi costituzionale ma una giovane signora che, al di là delle sue indubbie capacità in altri campi, conosceva qualcuno o che qualcuno conosceva. Questa è purtroppo è la realtà, non certo nuova, ben radicata nel malcostume di casa, ma in cui il governo Renzi ha tranquillamente sguazzato. E non bastano i trucchi retorici del premier, la sua infantile capacità di voltare la frittata a nasconderla.

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