L’esito delle elezioni amministrative nei tre Lander tedeschi con la sconfitta, di gravità variabile, del partito della Merkel e l’ascesa, anch’essa variabile, del partito di destra contrario alle politiche della Cancelliera sui temi dell’immigrazione, ha suscitato, come prevedibile, ampio dibattito nei media italiani. Ma una cosa mi ha colpito: l’enfasi con cui questo dato è stato affrontato, l’interpretazione del dato come ineluttabile cambiamento di un quadro politico.

Germania, Angela Merkel al Bundestag di Berlino

 

Che a trattare in questo termini l’argomento siano i vari seguaci di Salvini non sorprende: è il loro cavallo di battaglia. Che lo facciano i pochi rimasti seguaci di Berlusconi, modello Santanchè, dovrebbe sorprendere un po’ di più, viste le affinità politico-culturali che in teoria legano il centrodestra alla Cdu. Ma, si sa, lì c’è ancora quello sgarbo del sorrisino e la storiella del complotto europeo che annebbia ogni pensiero (ammesso che ce ne sia uno) e che ha trasformato la Merkel in una strega cattiva.

Mi sorprende invece e molto che non ci sia un po’ più di ponderatezza e di distanza in quegli ambiti che rispetto alle forze politiche emergenti e sedicenti vittoriose in queste elezioni tedesche non hanno nessuna affinità e nessuna simpatia. Ora lungi da me pensare che si debbano nascondere le notizie sgradevoli, che non sia il caso di preoccuparsi di fronte a certe tendenze che vanno in direzione opposta a quella auspicata, che non si debba coltivare anche il pessimismo della ragione. Ma da lì a dare per scontato il peggio, a generalizzare un 24% che in un altro Lander è solo il 12 ce ne corre. Ha fatto bene il presidente Mattarella a ricordare lunedì che queste forze contrarie alle politiche di accoglienza sono largamente minoritarie e benissimo la Merkel a dichiarare subito che non cambierà affatto le linee della sua politica.

Mi sembra sia il caso, senza nascondere il problema, di osservare come i risultati ci dicono che in Germania, dopo un lungo periodo di apertura governativa sul tema immigrazione e dopo il pasticcio della notte di Capodanno a Colonia l’80% dei cittadini non si schiera affatto contro questa politica. E ogni tanto bisognerebbe anche ricordare che la strombazzatissima vittoria di Marine Le Pen alle ultime regionali francesi non ha consegnato al Front national neanche lo straccio di una regione. Ciò grazie al senso di responsabilità e alla generosità dei rappresentanti e degli elettori dei partiti di centro e di sinistra, socialisti in primis.

Se fosse accaduto alla sinistra di trasformare una vittoria sulla carta in una sconfitta totale, saremmo andati avanti mesi a parlare del tafazismo, come piace tanto ai media. Di quel risultato invece ci si è subito dimenticati: un’idea e un esempio troppo nobili del confronto politico per darlo in pasto al pubblico italiano.

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