Sul sequestro Moro “è ancora necessario diradare zone d’ombra”. Lo afferma il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in un messaggio inviato all’iniziativa “Il contributo di Aldo Moro all’integrazione europea”. Il presidente – che approdò in Parlamento sui banchi della Democrazia cristiana nel 1983, pochi anni dopo il sequestro e l’assassinio del presidente del partito – ha ricordato come “Moro venne barbaramente ucciso, così come gli uomini della sua scorta, da terroristi assassini”. Fu “una delle ferite più dolorose e laceranti della storia repubblicana, sulla quale”, ha sottolineato Mattarella, “è ancora necessario diradare zone d’ombra”. Anche perché la vicenda che ruotò intorno al sequestro e all’uccisione di Moro a opera della Brigate rosse nel 1978, fu un “trauma” che “incise profondamente sulla vicenda nazionale, cambiandone il corso stesso“.

Dall’inizio della legislatura è al lavoro una nuova Commissione parlamentare d’inchiesta sul caso Moro, presieduta da Beppe Fioroni, Pd di estrazione democristiana, destinatario del messaggio di Mattarella in qualità di organizzatore dell’iniziativa sul’europeismo del politico alfiere del “compromesso storico” con il Partito comunista italiano di Enrico Berlinguer, che sta cercando di illuminare i tanti aspetti ancora da chiarire sulla dinamica di via Fani, su eventuali presenze esterne in campo, sulle indagini e sulla trattativa per liberare lo statista. “La memoria di Moro – ha aggiunto Mattarella – non può essere confinata ai drammatici giorni del suo sequestro. Oggi è necessario sapersi confrontare in modo pieno con il pensiero, l’iniziativa politica, la tensione morale, le strategie di dialogo dell’esponente democratico-cristiano”.

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