Una sola macchina ma tre motori diversi e tutti con almeno un’unità elettrica. È la Hyundai Ioniq, ovvero la trasposizione in fatti della volontà della Casa coreana di diventare il numero due del mercato globale delle “green car” entro il 2020. Un obiettivo ambizioso ma anche condito da un sano realismo, visto che al numero uno c’è l’inventore stesso delle auto ibride (nel 1997 nasceva la prima Prius), cioè Toyota. Così alla Ioniq seguiranno almeno altri 20 modelli ad alto tasso di eco-sostenibilità e probabilmente con motorizzazioni diverse, vista la strada imboccata con la Ioniq. Questa, infatti, si può scegliere in versione ibrida, ibrida plug-in o solo elettrica. La Hyundai inizia dalla Hybrid, la prima ad arrivare sul mercato. È spinta da un 4 cilindri 1.6 a iniezione diretta di benzina da 105 CV, accoppiato a un motore elettrico sincrono con magnete permanente da 43,5 CV, per un output totale di 141 CV e 265 Nm di coppia.

Per Hyundai, eco-compatibile non vuol dire noioso e quindi niente CVT che porta quell’effetto “scooterone” che non piace alla maggior parte dei clienti: il cambio è un doppia frizione 6 marce, anche con modalità Sport, una scelta quasi inedita per un’auto ibrida, dove solitamente impera la trasmissione a variazione continua. Il corpo vettura a due volumi e mezzo, invece, è necessario per ottenere un ottimo coefficiente di penetrazione aerodinamica, che con 0,24 rappresenta quasi un record nella produzione di serie, grazie anche ad accorgimenti come un flap aerodinamico attivo, il sotto-scocca carenato e i cerchi in lega dal disegno “chiuso”. A proposito, questi saranno gli unici elementi a distinguere visivamente le varie versioni della Ioniq, che monterà misure da 15 a 17 pollici e pneumatici a bassa resistenza sviluppati appositamente da Pirelli. La Hybrid, in ogni caso, può raggiungere i 120 km/h in modalità solo elettrica, grazie alla batteria agli ioni di litio di cui però non è stata dichiarata la capacità. La scheda tecnica della prima ibrida Hyundai, dunque, non è ancora del tutto completa, ma la Casa coreana ha voluto rendere comunque note altre caratteristiche salienti.

L’infotainment, per esempio, si basa su un dispay TFT da 7 pollici, è compatibile sia con Android Auto che con Apple Car Play e ha una funzione per ridurre i consumi tramite suggerimenti al guidatore generati dal navigatore intelligente. I sistemi di assistenza alla guida, poi, prevedono il massimo attualmente disponibile, partendo dalla frenata automatica di emergenza e dal cruise control adattivo, passando dai sistemi di mantenimento di corsia e finendo con il monitoraggio del traffico laterale. Quanto al comfort, i passeggeri possono contare su un climatizzatore bi-zona con modalità operative a basso consumo di energia, mentre alcuni materiali dell’interno sono realizzati in plastica riciclata o provenienti dalla lavorazione della canna da zucchero. Tornando alla tecnica, infine, la Ioniq utilizza per il 53% della sua scocca acciai alto-resistenziali, mentre le sospensioni multi-link posteriori sono in alluminio. Se invece vi siete chiesti il significato del suo nome, “Ion” si riferisce agli ioni, la “i” si interpreta come un 1 e stabilisce che questa è la prima Hyundai “del nuovo corso” e la “q” finale è il logo scelto dai coreani per distinguere la propria gamma “verde”.

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