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Terrorismo e criminalità organizzata: come funziona il mercato dei documenti falsi

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In un periodo in cui impazza una sorta di terrorismo fai da te e a chilometro zero, sfuggono di mano episodi preoccupanti la cui natura evolutiva sembra non arrestarsi. Al comune di Campobasso agli inizi di dicembre sono state rubate 1000 carte di identità in bianco. Anche nella regione più sicura d’Italia, il Molise, sono aumentate le misure di sicurezza per il contrasto al terrorismo.

Eppure questi furti non sembrano così casuali. Episodi simili sono avvenuti e avvengono anche nelle confinanti Campania e Puglia dove bande criminali, spesso del casertano, rivendono la documentazione a degli intermediari spesso marocchini che a loro volta la rivendono all’utilizzatore finale. Il prezzo di una carta di identità al primo passaggio è di 13 euro fino ad essere venduta all’utilizzatore finale a non meno di 100 euro.

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Facendo un po’ di dietrologia nel luglio del 2014 a Gallipoli, nel Salento, scattava l’Operazione Bingo quando vennero rubate 12 pistole e 1050 carte di identità. Gli indagati facevano parte di un gruppo criminale operante nel Sud Italia e specializzato in documenti falsi molti dei quali sono poi finiti in mano ad immigrati siriani, palestinesi, afghani, albanesi ecc. ecc. I provvedimenti vennero eseguiti soprattutto in tre comuni del Casertano: Frignano, Teverola e soprattutto Santa Maria Capua Vetere.

In territori come la provincia di Caserta è impensabile che non ci sia un legame tra la camorra locale e le attività strumentali al terrorismo internazionale. Innanzitutto la contraffazione di documenti di identità spesso destinati alla copertura di esponenti del radicalismo islamico vedi il caso del Gruppo Salafita per la Predicazione e il Combattimento. Si tratta di un’organizzazione legata al terrorismo con diramazioni in tutta Europa, dedita principalmente al traffico internazionale di documenti falsi, con collegamenti con le aree di Vicenza, Milano e soprattutto Santa Maria Capua Vetere.

Secondo un reporter dal Mailonline, il sito versione 2.0 del Daily Mail, per ottenere invece un passaporto siriano bastano 2000 dollari e quattro giorni di tempo. Il reporter in questione, infatti, avrebbe speso questa cifra per acquistare un passaporto, una patente e una carta di identità intestate ad Abdullah Fraam, un cittadino siriano realmente esistito che sarebbe morto ad Aleppo durante la guerra.

Il terrorismo di matrice jihadista ha bisogno soprattutto di basi logistiche preposte soprattutto alla produzione di documenti falsi (passaporti o carte di identità), utilizzati dai futuri attentatori. Eppure proprio nel settore della produzione di documenti falsi si distinguono particolarmente Italia e Spagna. La genesi di queste cellule islamiste in Italia, fondate su base etnica, risale agli anni Ottanta-Novanta. All’inizio degli anni Novanta gruppi di terroristi algerini si sono stabiliti nel nostro Paese. I terroristi di matrice islamica nel nostro Paese in genere provengono da ceti borghesi medio-alti. La loro attività di copertura in genere è quella di imprenditori, oppure commercianti, operanti nella gestione di aziende di import-export, call center. Esistono però anche professori, studenti, tecnici specializzati, artigiani, elettricisti, semplici manovali e disoccupati.

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