Photocall Masterchef 2016

E’ la tivù a fare la società o è la società a fare la tivù?

Al di là della domanda di Marzulliana memoria, in televisione gli italiani trovano quello che vogliono vedere e dunque uno spaccato del mondo attuale. Ci sono stati programmi che hanno segnato la storia della cultura popolare del nostro paese, come Drive in, Colpo Grosso, Non è la Rai, Mai dire gol, tanto per citarne alcuni. Masterchef, tra un paio di decenni, potrebbe rientrare in questa categoria.

Si è fatto un gran parlare in questi giorni dell’ingresso di un nuovo chef, nelle vesti di quarto giudice, all’interno del talent show culinario: Antonino Cannavacciuolo.

La prima sensazione, dai commenti sui giornali, è che la sua venuta abbia portato nuova linfa alla trasmissione, le sue credenziali parlano per lui: due stelle Michelin e da un paio d’anni alla guida di un altro format gastronomico, Cucine da incubo.

Anche nella versione americana di Masterchef quest’anno c’è stato un cambiamento, Joe Bastianich (presente anche qui in Italia) ha lasciato il posto a un nuovo giudice, la chef Christina Tosi. Per la prima volta l’altra metà dei sessi sale sul gradino più prestigioso, scelta che a casa nostra, per qualche ragione ignota, non è stata ritenuta opportuna.

Nel mondo dell’alta ristorazione le donne sono ancora numericamente in netta minoranza, appannaggio fino a poco tempo fa degli uomini. L’alta cucina del resto è uno specchio combaciante con la realtà lavorativa italiana in senso più ampio. Oggi però le cose stanno cambiando e le donne, poco alla volta, stanno prendendo piede in quell’universo di eccellenza culinaria che è l’Italia. Nella guida Michelin 2015, su centodieci donne stellate nel mondo, quarantasette sono infatti italiane. Non scordiamo che ‘Il pescatore‘, ristorante a Canneto sull’Oglio di Nadia Santini ha ricevuto le tre stelle Michelin e la Santini è stata decretata nel 2013 la migliore chef donna del mondo dalla rivista ‘Restaurant’.

Per alcune, il problema che emergere nelle donne è la scarsa attitudine a farsi pubblicità, a vendere il proprio marchio. Per altre, l’età in cui si arriva alla giusta maturazione a livello professionale è anche quella che coincide con il momento in cui valutare se affrontare o meno una gravidanza.

Ma se è vero che la cucina è contaminazione, fusione di gusti in un perfetto equilibrio tra elementi sulla carta contrapposti, avere una donna in mezzo ai tre veterani di Masterchef avrebbe aggiunto un sapore diverso a un piatto, ottimo, preparato sempre nello stesso modo. Un approccio da professionista al femminile, poteva dare un pizzico di pepe in più, rimescolando le carte in tavola e ricalibrando le dinamiche dentro al gruppo.

Quando penso all’interno delle cucine dei miei nonni, dei miei genitori, dei miei amici, di molti conoscenti, è la figura di una mamma o di una moglie che vedo, in piedi, ritta sui fornelli. Ovvio, ci sono molti uomini che cucinano nelle case degli italiani e lo fanno pure bene e con passione, ma nella stragrande maggioranza dei casi chi sfama la famiglia sono ancora le donne.

Se è plausibile che la società fa la televisione, influenzandone i contenuti, è altrettanto vero che le donne aprono ristoranti, vengono premiate, guardano i talent sul cibo, influenzano il mercato, si presentano ai provini per entrare a Masterchef.

E allora, di grazia, qualcuno mi può spiegare perché su quattro giudici uomini nessuno ha pensato di chiamare una donna?

 

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