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Il telescopio per neutrini in ascolto delle voci dei capodogli nel Mediterraneo

Nato per osservare i neutrini ad alta energia provenienti dal Cosmo, ma allo stesso tempo un sensibile orecchio per intercettare alcuni suoni del Pianeta, in particolare la voce dei grandi cetacei
Il telescopio per neutrini in ascolto delle voci dei capodogli nel Mediterraneo
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Nato per osservare i neutrini ad alta energia provenienti dal Cosmo, ma allo stesso tempo un sensibile orecchio per intercettare alcuni suoni del Pianeta, in particolare la voce dei grandi cetacei. I capodogli che vivono nel Mediterraneo, al largo della Sicilia, sono soprattutto femmine adulte e giovani maschi, lunghi fra 7,5 e 14 metri: a tracciarne l’identikit, descritto sulla rivista Plos One, è il telescopio sottomarino nato dal progetto internazionale KM3NeT-Italia, del quale è capofila l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn). Ascoltare i capodogli è stato possibile grazie alla stazione di ascolto sperimentale OnDE, che si trova a 25 chilometri dalle coste di Catania e alla una profondità di 2.100 metri.

Già nel 2007 questo cacciatore sottomarino di neutrini aveva permesso di scoprire che al largo delle coste della Sicilia si trova un ‘paradiso’ in cui i capodogli vivono a centinaia. Adesso i sensori acustici messi a punto dai fisici dei Laboratori Nazionali del Sud (Lns) dell’Infn hanno ricostruito il transito dei capodogli nel Mar Ionio. “I risultati mostrano che nell’area del Golfo di Catania, in precedenza poco studiata, la popolazione dei capodogli ha una dimensione compresa tra i 7,5 e i 14 metri, ed è rappresentata soprattutto da femmine adulte o giovani maschi”, afferma Francesco Caruso, biologo dell’università di Messina e tra gli autori della ricerca.

“Abbiamo utilizzato una nuova tecnologia definita monitoraggio acustico passivo, perché basata sull’ascolto continuo e ad alta risoluzione dell’ambiente marino profondo”, spiega Giorgio Riccobene dei Lns. “Un ascolto che consente anche di misurare i livelli di inquinamento acustico del mare e che potrebbe essere utilizzato per proteggere i capodogli, e altri grandi cetacei come le balene, dall’attività marittima dell’uomo, segnalandone la presenza alle navi che potrebbero incrociarne la rotta”.

I suoni emessi dai capodogli, chiamati ‘click‘, sono impulsi emessi dalla parte frontale del capo e che durano poche decine di millisecondi, sufficienti per scambiare informazioni preziose, come quelle relative alla caccia o all’ambiente. Grazie a un algoritmo, l’analisi dei click ha permesso di ricostruire le dimensioni dei capodogli.

L’abstract su Plos One

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