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Il 13 dicembre 2015 scade il bando per partecipare all’Officina delle Arti Pier Paolo Pasolini, questa è una chiamata alle armi.
Di che si tratta? Ora ve lo spiego.

Il mondo dello spettacolo, che si tratti di musica, teatro o cinema, è un mondo speciale, in cui l’arte, perché nel migliore dei casi di arte si tratta, si incontra con il mestiere. Arte e artigianato. Chissà quante volte avrete sentito nomi di artisti anche famosi, apprezzati per la loro arte, definirsi artigiani, come a voler sottolineare il sudore più che il talento, i calli più che i glitter. Poi, finiamo sempre lì, la scorciatoia dellla fama pret-a-porter dei talent ha in qualche modo sparigliato tutto. L’idea che, come era successo coi reality, si potesse avere un pubblico già pronto grazie alla televisione, diventare famosi a prescindere dal proprio talento, dalla propria arte e dal proprio mestiere, ha indotto intere generazioni a credere che si potesse fare spettacolo direttamente senza passare dal via, e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. Fortunatamente non tutto è perduto, e c’è ancora chi, passandosi le mani sui calli come fossero cicatrici lì a memoria di un qualcosa di importante che è accaduto e che ha lasciato sì un segno, ma che ci ha tonificati e lasciati vivi, ha deciso di mettere la propria arte e il proprio mestiere a disposizione dei più giovani, per passare le consegne, gli attrezzi del mestiere, e cercare di creare una nuova solida base.

È il caso di Tosca, Massimo Venturiello e Simona Banchi, responsabili delle tre aree dell’Officina delle Arti Pier Paolo Pasolini, piccola oasi nel deserto che è sorta l’anno scorso a Roma, in collaborazione con la Regione Lazio, l’Università degli Studi Roma 3 e il Conservatorio Santa Cecilia. Un’oasi che dopo la prima esperienza semestrale dell’anno scorso è pronta a ripartire, sotto forma di biennio. Immaginatevi un’Università cui si accede per selezione tramite audizioni, e che, gratuitamente e per due anni, forma alla professione giovani artisti, insegnando i passaggi fondamentali di un mestiere, il know-how, i dettagli che spesso ai più sfuggono, perché apparentemente poco interessanti. Prendiamo la musica, la cui area è affidata a Tosca. Non si insegna solo la parte interpretativa, ma anche quella autoriale, grazie alla presenza di nomi importanti della composizione e della scrittura, gli aspetti produttivi, perché poi le canzoni, per diventare tali e finire fino all’ascoltatore, devono necessariamente passare per le mani di validi professionisti che le sappiano modellare e costruire, rivestire e preparare perché camminino da sole per il mondo, gli arrangiamenti, le registrazioni.

Il tutto mettendo direttamente i giovani artisti in contatto con i professionisti del settore, rendendo il tutto meno teorico di quanto, per dire, non avviene in realtà ormai consolidate come il DAMS. Per questi giovani ragazzi stare a contatto con professori come Rossana Casale, Joe Barbieri, Pilar, Piero Fabrizi, Rudy Marra, tanto per fare qualche nome, o incontrare professionisti come Andrea Rosi, presidente della Sony, è una importante opportunità, un modo per rendere pratico un percorso che solitamente rimane solo immaginario. Molti dei ragazzi usciti dalla prima esperienza semestrale dell’anno scorso hanno già cominciato a lavorare, alcuni direttamente con gli stessi Venturiello e Tosca, a teatro, perché l’arte è arte, appunto, ma anche artigianato. Tra altri allievi, invece, è cominciata un’importante collaborazione: alcuni scrivono, altri interpretano, altri ancora producono, con i ragazzi della sezione Multimediale che si occupano dei video, come una piccola factory. Concretezza e astrazione, ma soprattutto concretezza, unita a sentimenti, ispirazione e talento.

L’avvento alla carica di governatore di Zingaretti, ci ha raccontato la stessa cantante romana, è stata la svolta in questo senso. Appena preso incarico, infatti, Zingaretti ha convocato un tavolo con tutte le realtà che stavano operando in regione sul fronte sociale e artistico, e ha chiesto idee, proposte. L’Officina delle Arti Pier Paolo Pasolini è nata così, dall’incontro tra artisti e operatori del settore e un governo illuminato, e dalla volontà di mettere a disposizione dei giovani un’opportunità unica e imperdibile.

Aperta ai ragazzi e alle ragazze tra i diciotto anni e i trentacinque anni, l’Officina mette a disposizione venticinque posti per la sezione Canzone, diretta da Tosca, venticinque per la sezione Teatro, diretta da Massimo Venturiello, e venticinque per la sezione Arti Visive e Multimediali, diretta da Stefania Banchi. Presidente onoraria dell’Officina delle Arti Pier Paolo Pasolini Franca Valeri, e tanto dovrebbe bastare. Per accedere bisogna essere diplomati e partecipare a una selezione, che verrà condotta tramite audizione da un comitato scientifico. Il tutto è rigorosamente gratuito, fatto che rende questa esperienza davvero preziosa. Ma a rendere unica questa occasione è soprattutto la presenza di artisti che diventano maestri, passando sia il mestiere che le esperienze, sia i consigli che la passione. Spiegare ai giovani che il mondo dell’arte è un mondo di sudore, oltre che di lustrini, lasciatemi usare un termine antico, è fondamentale, per togliere illusioni effimere e lasciare che solo chi realmente vede l’arte come a una missione, non come una scorciatoia per il successo, vada avanti. Qui trovate il bando, se pensate che il mondo della canzone, del teatro o delle arti visive e multimediali sia il vostro mondo e rientrate nei parametri non esitate.

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