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Fecondazione eterologa, perché la ministro Lorenzin la sta sabotando

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Fecondazione eterologa

Da oltre un anno la fecondazione eterologa è, sulla carta, legale. Nel maggio 2014, infatti, la Corte costituzionale ha distrutto il divieto contenuto nella legge 40 che per 10 anni ha condannato all’esilio procreativo decine di migliaia di coppie. Ma la fecondazione etorologa è quasi inaccessibile in Italia, e rischia di esserlo sempre di più.

La ministro Beatrice Lorenzin non solo non ha ancora ottenuto l’inserimento della tecniche di fecondazione medicalmente assistita nei livelli essenziali di assistenza per farle praticare più facilmente nel pubblico, non solo non ha predisposto alcuna campagna informativa per la ricerca dei donatori per l’eterologa, ma ha anche previsto nuovi ostacoli.

Nel nuovo regolamento proposto alla Conferenza Stato-Regioni Lorenzin vorrebbe esigere una consulenza genetica scritta obbligatoria per i donatori di gameti. Risultato? Ostacolare ancora di più la donazione in Italia e, soprattutto, impedire l’utilizzo di gameti dall’estero, visto che nessuno prevede un obbligo del genere.

Ma non basta. Filomena Gallo, Segretaria dell’associazione Luca Coscioni, ha oggi mostrato le prove di come il Centro Nazionale Trapianti abbia per mesi violato la privacy dei donatori di gameti, non rispettando l’anonimato garantito per legge, facendo circolare i dati personali in chiaro dei donatori di gameti, esponendo loro e le coppie che hanno ricevuto i gameti a un danno enorme.

Alla ministro Lorenzin chiediamo due cose: le dimissioni immediate di Nanni Costa, direttore del Centro Nazionale Trapianti, responsabile di quanto accaduto (altrimenti la responsabile diventerebbe la stessa Lorenzin, e dunque si dovrebbe dimettere lei); il ritiro del regolamento discriminatorio e contrario all’applicazione dell’eterologa stabilita dalla Corte costituzionale. Il sabotaggio della fecondazione eterologa da parte della ministra Lorenzin deve terminare.

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