Sinistra Italiana potrebbe votare i candidati dei Cinque Stelle alle elezioni amministrative del 2016 e in particolare a Roma. Al grido di “stiamo sui programmi” inizia così il percorso del nuovo partito a sinistra del Pd. Mentre 6 parlamentari ex del Pd si iscrivono al nuovo gruppo alla Camera (da D’Attorre a Galli e Fava) ecco uno dei fondatori, Stefano Fassina, che rimescola le carte delle alleanze. Niente Pd che pure aveva già teso una mano (timida), perché “col Pd di Renzi siamo alternativi” dice l’ex viceministro dell’Economia protagonista della fondazione di Sinistra Italiana, sabato scorso, al teatro Quirino di Roma. “Ma non perché ci sta antipatico Renzi – continua Fassina – con loro c’è un confronto ma c’è anche una competizione. E non precludo neanche la possibilità di sostenere un candidato del Movimento 5 Stelle se sul piano programmatico è più compatibile con la nostra idea di sviluppo di una città. Vogliamo stare sui programmi”. Peccato che il M5s è pronto a rispondere quello che sanno tutti: non fa alleanze. “Correremo con una unica lista – dicono all’Ansa fonti del Movimento – non faremo ammucchiate o alleanze, neanche con Fassina. Se Fassina dice che è pronto a sostenere il M5s noi siamo contenti che ci sia un riconoscimento del nostro lavoro, ma è una posizione che assume lui”. 

Certo, c’è il problema per un partito che sta nascendo e che per ora non è ancora organizzato e alle Comunali mancano solo 6 mesi. Più che le critiche degli ex compagni democratici, però, le parole di Fassina hanno l’effetto di dividere già Sinistra Italiana a meno di due giorni dall’entusiasmo del Quirino. C’è per esempio Adriano Zaccagnini, deputato ex grillino e ora approdato dentro Sel: “Sostenere il M5S a Roma al secondo turno – specifica subito – non è la posizione concordata da Sinistra Italiana. Sinistra Italiana avrà un suo candidato sindaco e punta a vincere”. Anzi, aggiunge che “il M5s è la cosa grigia e al suo interno c’è del nero”. Nello stesso momento, però, il segretario cittadino di Sel Paolo Cento, che è anche vice di Nichi Vendola nel partito, riapre la porta: “Sono pronto a incontrare pubblicamente il M5s, a discutere di programmi in una assemblea pubblica, via streaming – afferma – E’ un interlocutore serio con cui discutere”. A favore si schiera anche il coordinatore nazionale di Sel, Nicola Fratoianni: “Il ragionamento di Fassina mi sembra ragionevole e condivisibile. Le alleanze si fanno sui programmi”. Alfredo D’Attorre, bersaniano finché era nel Pd, uno di quelli più vicini a Fassina, cerca una via di mezzo: “Fassina – spiega all’AdnKronos – ha descritto un fatto oggettivo: è già successo che elettori di sinistra al ballottaggio abbiano autonomamente deciso di votare un candidato 5 Stelle perché quello renziano considerato troppo di destra…”. Detto questo “noi puntiamo sui nostri candidati e se a Roma riusciamo a mettere in campo una candidatura credibile, vicina alle periferie e al mondo del lavoro, come quella di Stefano Fassina, sono convinto che potremmo essere noi ad andare al ballottaggio”.

Quindi tutto il gioco dell’oca porta lì. Sinistra Italiana, infatti, è tentata di presentare proprio Fassina come candidato a sindaco alle Comunali di Roma, mettendo così in difficoltà il Pd che nella corsa al Campidoglio è già messo malino, dopo le vicende dell’amministrazione di Ignazio Marino e anche giudiziarie con Mafia Capitale. L’ex deputato democratico si schermisce, dice che “sceglieremo insieme qual è la figura migliore”, ma non rinuncia a ricordare di non essere un “nominato” perché “a Roma ho fatto le primarie e col Pd ho preso quasi 12mila preferenze”. D’Attorre certifica che Fassina sarebbe “un ottimo candidato”.

Ma il dinamismo di Fassina finisce anche nei commenti degli esponenti del Pd, a partire dal suo presidente Matteo Orfini: “Dopo il vibrante attacco a Fonzie, la cosiddetta sinistra italiana si dice pronta a sostenere a Roma la destra populista di Grillo”.

“Stefano Fassina è davvero un uomo per tutte le stagioni, l’importante è solo essere contro il governo Renzi” aggiunge un’altra renziana, la senatrice Laura Cantini. “Prima ha appoggiato il fiscal compact – sottolinea – poi ha fatto il sottosegretario nel governo Letta con Berlusconi nella maggioranza. La parabola dell’esponente di Sinistra Italiana si completa oggi”. Giovanni Burtone, un altro deputato Pd, ricorda quando “il 22 aprile 2013 quando Fassina veniva insultato dai grillini come traditore del popolo per avere votato Napolitano presidente della Repubblica”.

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