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Genova, crolla il tabù: sui terreni di Preziosi arriva Esselunga. Stop invece a Coop

La giunta Toti ha bloccato tre nuove strutture commerciali. Motivo: le aree dove dovrebbero sorgere i supermercati Coop sono esondabili e dunque a rischio. Mentre Caprotti avrebbe acquistato due appezzamenti di terreno per complessivi tremila metri quadrati di proprietà del presidente del Genoa
Genova, crolla il tabù: sui terreni di Preziosi arriva Esselunga. Stop invece a Coop
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Vacilla lo storico tabù che finora ha impedito alla catena commerciale Esselunga di sbarcare a Genova. Il marchio lombardo potrebbe insediarsi a Sestri Ponente, al posto del previsto supermercato Coop – l’ennesimo in città – che avrebbe consentito ad Esaote di trasferirsi sulla collina degli Erzelli. La giunta Toti ha infatti stoppato tre nuove strutture commerciali (a Sestri Ponente, a Multedo e in Valbisagno), previste dal Puc del comune di Genova. Motivo: le aree dove dovrebbero sorgere i supermercati Coop sono esondabili e dunque a rischio. Riserve della regione anche sulla dimensione dei nuovi centri commerciali.

La decisione ha acceso la polemica fra i due enti locali. In particolare rispetto all’insediamento commerciale previsto a Sestri Ponente sull’area ex Esaote. L’azienda leader internazionale nel settore biomedicale è infatti in predicato di trasferirsi alla vicina collina degli Erzelli dove sta sorgendo il grande villaggio tecnologico che dovrebbe fare di Genova una delle capitali europee della high tech. L’accordo prevede in cambio l’installazione di un centro commerciale Coop sulle aree lasciate libere da Esaote. Lo stop della Regione rischia di compromettere l’affare, costringendo Esaote a scegliere altre location. A Genova andrebbero perduti infatti 260 di posti di lavoro.

Il sindaco della città, Marco Doria – che ha incontrato Toti – esprime preoccupazione per il rischio che l’accordo salti, dopo essere stato messo a punto fra i due enti locali. Il vicesindaco Stefano Bernini, sestrese e regista dell’operazione Coop-Esaote, dichiara al fattoquotidiano.it: “La legge regionale prevede che ogni intervento urbanistico nelle zone a rischio esondazione deve essere preceduto dalla messa in sicurezza delle relative aree. Infatti a Sestri sono in corso lavori sul torrente Chiavaragna e prima che siano terminati, nel dicembre 2016, sull’area Esaote non si potrà avviare alcuna operazione immobiliare, né grande né piccola. L’assessore Scajola (titolare dell’urbanistica in regione, ndr) non lo sa? Forse è un problema genetico… Caprotti? Era stato contattato per l’acquisto delle aree Esaote ma evidentemente le ha ritenute troppo care (costano una dozzina di milioni di euro, ndr). Media grande o piccola che sia e sotto qualunque marchio, una nuova struttura commerciale a Sestri dopo l’inetrebto della regione rischia di perdere come clienti i 260 dipendenti Esaote e le loro famiglie. Non possiamo permettercelo”.

Secondo Il Lavoro-Repubblica, Caprotti avrebbe acquistato due appezzamenti di terreno per complessivi tremila metri quadrati in via Albareto, a Sestri, terreni di proprietà del presidente del Genoa, Enrico Preziosi. Si parla di sei milioni di euro. Le due aree si trovano a poche centinaia di metri dalla attuale collocazione dell’Esaote, che a Multedo sposterebbe i magazzini. Caprotti avrebbe intenzione di chiedere le autorizzazioni urbanistiche per sbarcare nella città della Lanterna, dopo i tentativi più volte respinti durante i dieci anni di governo del centrosinistra. Anni fa aveva acquistato il palazzo dell’ex concessionaria Fiat, in via Piave, a due passi dal lungomare di corso Italia. Ma il progetto di insediarvi uno supermarket Esselunga era fallito.

Sul suo profilo Facebook il governatore ligure ha postato un messaggio eloquente.”Vorrei dire chiaramente una volta per tutte che il tempo della doppia morale e delle leggi interpretate diversamente a seconda del beneficiario in Liguria è finito. Ed è finito anche il tempo degli accordi privati tra amici… Abbiamo grande rispetto per chi fa impresa nel nostro territorio, sia esso un privato cittadino, sia una società, sia una cooperativa. ma le regole sono uguali per tutti. Per i cittadini, per le società e anche per le cooperative. Non siamo fra quelli che plaudono agli investimenti e ai progetti a seconda del loro colore politico”. E al Secolo XIX: “Noi non abbiamo detto che le aree di Sestri non si possono valorizzare. Abbiamo detto che lì si può fare solo una media struttura di vendita. Con la buona volontà di tutti si può fare un accordo di programma che non pregiudichi il futuro di Esaote… Se poi qualcuno vuole usare questo caso come pretesto per far saltare il banco se ne assumerà la responsabilità politica. E se il Pd ha qualche problema con le Coop se lo risolva in casa propria”. La partita dunque è tutta politica.

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