Film come questo andrebbero visti su grande schermo. Ma se l’ultimo treno firmato Paolo Sorrentino è già filato via dai cinema della vostra città sarà forse tempo di pensare alla versione Blu-ray o Dvd. Lo ha fatto la Warner Bros, con un packaging piuttosto essenziale per un lavoro controverso e al tempo stesso magniloquente.

Eccelle in eleganza e controllo lo stile del regista, ormai riconoscibilissimo come un marchio internazionale. Lavoro contemplativo il suo, aspirando a scrutare il futuro dal punto di vista di due vecchi artisti, crea una vera e propria elegia di corpi plasmati intorno a loro: massaggi, fanghi, saune per comparse a volte quasi caravaggesche, rivelazioni curvilinee o screpolate di Miss Universo, attrici di un’intera filmografia come fantasmi al sole e le espressioni catturate con attenzione e dedizione pittoriche su volti e rughe illuminati magistralmente dal fedele direttore della fotografia Luca Bigazzi.

Ma la macchina da presa riflette fisicamente anche sulle performance, oltre all’immagine, attraverso situazioni insolite e diverse età: dalle fattezze obese ma ancora testardamente atletiche nel palleggio di un Maradona attuale alla spietata passerella “tecno” in piscina o la sospensione alpinistica passiva di Rachel Weisz; dalle mani prima implacabilmente creative di un Michael Caine musicista in pensione alle stesse in funzione correttiva nei confronti di un bambino violinista; dal tocco fisioterapico di altre mani su una schiena – stavolta giovani e sensuali di una terapista – alla danza aerobica chiusa in una stanza; ma anche dagli stessi resoconti corporali del regista depresso di Harvey Keitel al compagno di soggiorno Caine fino a super accessoriate passeggiate in montagna, o a promiscui brainstorming nasi in su insieme allo staff sceneggiatori in ritiro ispiratore; o ancora, tra l’alterigia frantumata nella scomposta disperazione della diva impersonata da Jane Fonda; senza dimenticare il videoclip sconclusionato e aggressivo di Paloma Faith e gli occhietti irrequieti della star Paul Dano alla continua ricerca del suo personaggio nei tratti dell’umanità che lo circonda nel “Grand Sorrentino Hotel”. Nel suo nuovo mondo nulla si affida al caso e tutto alla partizione armoniosa di musica e immagini che spesso giocano con matura ironia a minimi e massimi deleuziani, come nel caso del compositore che dirige silenziosamente tra le mucche al pascolo: la più raffinata ed esclusiva delle esibizioni in una location da allevatori o spot di cioccolato. Soltanto una mente felicemente partenopea poteva partorire un’immagine così.

Youth – La giovinezza con la sua flemma lunare si specchia nel verde delle Alpi Svizzere di Davos, nello stesso hotel di Thomas Mann ne La montagna incantata. Arriva qui il backstage, pezzo forte dei contenuti speciali nella versione homevideo, partendo dalla sala d’incisione per la colonna sonora di David Lang con la violinista Viktoria Mullova. La preparazione del cast tra un ciak e l’altro e le indicazioni di Sorrentino all’operatore di macchina da presa si concedono alla visione da casa in un montaggio video supportato da interventi del regista. Purtroppo registrati soltanto in occasione del lancio. Non mancano i dietro le quinte inglesi al New Wimbledon Theatre di Londra, dov’è stata girata la sequenza del concerto con il soprano Sumi Jo, altro corpo che diventa sorrentiniano grazie alla sua vocalità.

La parte più magica sta invece nella costruzione del sogno di Piazza San Marco. Esterno notte. Michael Caine incrocia su una passerella la modella Mădălina Diana Ghenea per poi affondare in laguna. Filtri e Computer Graphic Animation applicati su monumenti italiani stupiscono e soprattutto fanno piacere sempre un po’ di più dei soliti studios.

Gli extra, non voluminosi ma nel complesso abbastanza soddisfacenti, si completano con una galleria di scatti realizzati durante la lavorazione da Gianni Fiorito e Nicole Dove, più due scene tagliate: il disappunto della Regina e la stecca musicale di Fred/Caine in alta montagna. Unico neo del disco: molti degli interventi di Sorrentino nel capitolo Backstage si ripetono in Interviste, dove il focus poggia sull’autore e sulle sue ragioni riguardo alcune scelte. Dettaglio che poteva essere evitato per una migliore armonia nell’intrattenere.

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