Lo Stato Islamico parla ai migranti in fuga dalle guerre del Medio Oriente, “a tutti i profughi nelle terre della coalizione cristiana”, e li invita a tornare a casa, nelle terre Califfato, dove potranno trovare “calore umano e sicurezza”. L’Isis ha deciso così di sfruttare gli scontri e l’emergenza immigrazione sulla rotta balcanica e su quella del Mediterraneo pubblicando tre video in tre giorni, dal 16 al 18 settembre, in cui si propone come entità statuale alternativa ai Paesi occidentali per chi è in fuga dalla guerra. A rafforzare il messaggio di uno dei video lanciati in rete ci sono le parole, sostiene il portale Wikilao che monitora la comunicazione dello Stato Islamico, del leader del movimento terroristico, Abu Bakr al-Baghdadi. Se la loro autenticità venisse confermata, il capo dell’organizzazione tornerebbe a parlare dopo mesi di silenzio, segno che lo Stato Islamico ha intenzione di sfruttare al massimo e trarre più vantaggi possibili dall’emergenza migranti in Europa.

Nel messaggio audio registrato, accompagnato da immagini di violenze nei confronti dei profughi in viaggio sulla rotta balcanica e di interventi di salvataggio in mare della Marina Militare italiana, l’autoproclamato califfo rivolge un appello a tutti i migranti partiti per l’Europa. “I nostri cuori – dice – sono spezzati. Avete lasciato le vostre abitazioni e i vostri Paesi, ora siete profughi. Tornate a casa e potrete contare su Dio e sullo Stato Islamico. Qui troverete il calore umano e la sicurezza. Voi siete le nostre famiglie, e noi difenderemo voi e i vostri beni. Vogliamo la vostra dignità, la vostra sicurezza e la vostra salvezza dall’inferno”.

Una vera operazione di immagine da parte del Califfato che, così, si propone come alternativa a un Occidente incapace, sostengono, di accogliere i profughi e che li sottomette e li umilia. Per sostenere questa tesi, la propaganda del gruppo terroristico mostra le immagini delle violenze della polizia ungherese e di alcuni Stati dei Balcani nei confronti dei migranti, quelle di intere famiglie costrette dietro a recinzioni con filo spinato e le testimonianze di chi denuncia, come una donna a cui viene oscurata la faccia, i soprusi delle autorità nei confronti di conoscenti e familiari. Il tutto messo in contrapposizione ai video di membri dello Stato islamico che girano per le strade delle città siriane o irachene sotto il loro controllo parlando e scherzando con i bambini e il resto della popolazione.

Il fenomeno delle migrazioni di massa verso l’Europa sembra essere il nuovo campo di battaglia nel quale lo Stato Islamico vuole mettere alla prova la potenza del proprio messaggio propagandistico. Se negli ultimi giorni era emerso il pericolo di una radicalizzazione di alcuni profughi a causa delle violenze di cui sono vittime, l’obiettivo degli uomini del Califfato sembra più essere quello di riportare alcuni di loro a casa o, almeno, limitare i flussi in uscita da Siria e Iraq. Per farlo, la macchina mediatica di Isis ha iniziato a diffondere senza sosta video e fotografie per persuadere tutti i musulmani a non lasciare le proprie terre o, se già partiti, a tornare. Avevano iniziato con la foto di Aylan, il bambino siriano trovato morto su una spiaggia turca di Bodrum, sotto la quale c’era scritto “Il pericolo di abbandonare la casa dell’Islam”. Poi hanno continuato pubblicando tre video in tre giorni e cercando, grazie anche al messaggio lanciato da al-Baghdadi in persona, di avere la maggior risonanza possibile: “I musulmani da noi vivono con dignità, stanno bene economicamente e vivono la loro vita familiare e lavorativa sotto l’ombrello della Sharia, grazie a Dio. Dovete contare su Dio e sullo Stato Islamico”.

Twitter: @GianniRosini

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