Monica Maggioni ha messo d’accordo minoranza Pd, renziani, Ncd e Forza Italia ed è la nuova presidente della Rai. Dopo le polemiche delle scorse ore per i sette nuovi consiglieri d’amministrazione dell’azienda, Matteo Renzi ha proposto la direttrice di Rainews per la presidenza e in serata, dopo il via libera unanime del cda, la Vigilanza ha ratificato la scelta con 29 voti favorevoli. Cinque le schede bianche e quattro i voti contrari. Le trattative tra i partiti si sono sbloccate in tarda mattinata dopo che Silvio Berlusconi ha dato il suo via libera alla candidatura e garantito così i voti dei suoi. Come membro del Tesoro invece è stato indicato Marco Fortis, professore di Economia, vicepresidente della Fondazione Edison e consigliere economico del governo. L’ex manager di Mtv e La7 Antonio Campo Dall’Orto resta invece il nome in pole per la poltrona di direttore generale. I 5 Stelle, che in un primo momento avevano detto di essere pronti a votare per un nome di “qualità”, hanno annunciato che si asterranno: “Non può garantire”, ha scritto il membro del direttorio Carlo Sibilia su Twitter, “indipendenza e lontananza da conflitti d’interesse”.

Solo martedì la commissione di Vigilanza ha eletto i sette nuovi membri del cda, molto contestati per le poche competenze televisive e i loro rapporti con la politica. “E’ un consiglio d’amministrazione di professionisti”, si è difeso Renzi in conferenza stampa, “persone che vengono da un’esperienza giornalistica e televisiva. Credo che sia giusto che nei cda si premi la competenza. Ma permettetemi anche di aggiungere che prima di dire che nelle aziende Renzi mette tutti i suoi, andatevi a vedere i risultati delle varie società e poi ne riparliamo. Il nostro lavoro sta rimettendo l’Italia in pista, a tutti i nostri amici gufi una buona estate con i dati del turismo e bancari, che usciranno domani e saranno positivi”.

Tante le critiche bipartisan (come riportato oggi da tutti i quotidiani, da la Stampa al Corriere della sera a Repubblica) per un consiglio d’amministrazione che al contrario delle promesse non ha visto il “rinnovamento” di cui parlava Renzi. Il confronto è anche con la scelta precedente dell’ex segretario Pd Pierluigi Bersani che invece aveva scelto nomi della società civile come Gherardo Colombo e Benedetta Tobagi. “Non capisco l’idea che il cda Rai perché formato da sette professionisti dell’informazione non va bene”, ha replicato il presidente del Consiglio, “e invece quando lo si faceva con la società civile, o presunta tale, andava bene e si sbandieravano i membri delle associazioni come grandi punti di riferimento, ognuno fa le proprie valutazioni: vediamo il risultato”. E ha poi aggiunto: “Io non posso pensare che un direttore di giornale perché scelto dal centrodestra non vada bene e invece un’espressione dei girotondi vada bene perché l’ha scelto un’associazione culturale di sinistra. Se è bravo è bravo, se non è bravo non è bravo. Anziché mettere astrofisici nucleari il Parlamento ha messo esperti di comunicazione“.

Il nome di Monica Maggioni spuntato a sorpresa – Il nome della Maggioni è stato proposto da Matteo Renzi a sorpresa dopo che erano circolate le ipotesi di Antonella Mansi, Piero Ostellino, Barbara Palombelli e Caterina Caselli. I 5 Stelle avevano fatto sapere di essere pronti dal canto loro a supportare una candidatura di “qualità”: “Sarebbe bello avere un presidente del Consiglio di amministrazione della Rai di alto profilo culturale”, ha scritto su Facebook il presidente della commissione di Vigilanza Roberto Fico, “di indubbia indipendenza, senza conflitti di interessi ed esperto di prodotto audiovisivo. Un presidente a garanzia del servizio pubblico nell’interesse dei cittadini italiani. Su un profilo così noi ci siamo”. Il rapporto dei grillini con la Maggioni però ha già alcuni precedenti: proprio Fico nei mesi scorsi ha depositato un’interrogazione parlamentare sulla partecipazione della giornalista alle riunioni del Bilderberg.

I consiglieri-pensionati: appena eletti e rischiano già il posto – E’ il caso di quattro consiglieri dei 7 eletti ieri dalla Vigilanza e che sarebbero a rischio in quanto pensionati. Secondo quanto ricorda oggi il sito dell’Unità, infatti, la legge n. 114/2014, che ha introdotto nuove disposizioni in materia di “incarichi dirigenziali a soggetti in quiescenza”, vieterebbe ad un lavoratore in pensione di assumere incarichi nelle società controllate dallo Stato. Ciò al fine di assicurare il ricambio ed il ringiovanimento del personale pubblico. Renzi ha però assicurato che il problema sarebbe già in via di soluzione: “La norma”, ha detto il presidente del Consiglio, “per come l’abbiamo studiata, permette a delle persone in pensione di entrare nel cda Rai. Per il bilancio della Rai mi dovrei augurare di no, per queste persone mi auguro di sì”.

Sub judice ci sono Guelfo Guelfi, spin doctor vicino al premier, eletto in quota maggioranza Pd, Carlo Freccero, eletto da M5S e Sel, oltre ai due uomini del centrodestra, Arturo Diaconale e Giancarlo Mazzuca. Tutti accumunati dall’essere in pensione. La metà del cda Rai sarebbe dunque a tempo determinato, destinata alla sostituzione due anni prima della fine del mandato.

Una possibile via d’uscita potrebbe essere offerta da una norma della legge Madia approvata nelle scorse ore, che prevede la possibilità di esercitare l’incarico pubblico a titolo gratuito e per la sola durata di un anno. Non è escluso che, nell’assemblea degli azionisti slittata a questo pomeriggio, in cui si decideranno i nomi di un consigliere e del presidente, si affronti anche la questione sottesa alla possibilità dei neoeletti di esercitare effettivamente l’incarico. “Non solo gratis”, ha commentato il neoeletto Freccero, “pur di fare un dispetto a Renzi lavorerei anche in catene”.

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