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Depressione e stress, “caffeina li riduce”. Individuato il meccanismo molecolare

I ricercatori dell'università di Coimbra sono riusciti a identificare il meccanismo molecolare alla base di questa proprietà. Il suo effetto salutare è dovuto al blocco di un particolare tipo di recettori presente nei neuroni dell'ippocampo, l'area del cervello in cui sono immagazzinati i ricordi
Depressione e stress, “caffeina li riduce”. Individuato il meccanismo molecolare
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Caffeina come rimedio contro la depressione e lo stress. Lo sostiene uno studio di un team di ricercatori portoghesi dell’Università di Coimbra, pubblicato sui Proceedings of the national academy of sciences (Pnas). Secondo la ricerca, il comune costituente del caffè è in grado di prevenire diverse alterazioni cerebrali indotte proprio dallo stress cronico.

Studi epidemiologici dimostrano che gli individui sottoposti a ripetuti stress aumentano il loro consumo di caffeina, una caratteristica  – si legge nell’Abstract dello studio – inversamente proporzionale all’incidenza di forme di depressione, e al peggioramento della memoria. Tuttavia – aggiungono gli studiosi portoghesi -, il meccanismo alla base di questo effetto protettivo è ancora sconosciuto”.

Ed è proprio a questo punto che interviene lo studio appena pubblicato. I ricercatori portoghesi sono, infatti, riusciti a identificare il meccanismo molecolare alla base di questa proprietà della caffeina. Il suo effetto salutare è dovuto al blocco di un particolare tipo di recettori presente nei neuroni dell’ippocampo, l’area del cervello in cui sono immagazzinati i ricordi. Si tratta dei recettori dell’adenosina, uno dei più importanti messaggeri chimici dell’organismo.

Il legame della caffeina a questi recettori, secondo analisi effettuate su topolini di laboratorio, impedisce l’alterazione delle sinapsi, i punti di contatto attraverso i quali le cellule nervose comunicano e si scambiano informazioni. “La scoperta – sottolineano gli autori dello studio – apre la strada a possibili nuove terapie per alleviare le conseguenze dello stress cronico sulle attività cerebrali, in particolar modo per i disturbi dell’umore e della memoria. In questo senso – concludono gli scienziati portoghesi -, una possibile spiegazione al maggiore consumo di caffeina negli individui soggetti a stress potrebbe essere rappresentata da un inconsapevole tentativo di automedicazione”.

L’Abstract dello studio su Pnas

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