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Evasione fisco, ricercato dall’Interpol si vuole consegnare. Ma governo lo ignora

Sulla testa dell'ex project manager di Pescara pende il mandato di cattura internazionale emesso dall'Azerbaijan. Da due anni l'ingegnere scrive ai ministeri italiani per chiedere che sia risolto il suo caso ("Io non c'entro nulla"), ma a causa di un errore di battitura nessuno lo ha interpellato
Evasione fisco, ricercato dall’Interpol si vuole consegnare. Ma governo lo ignora
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Da due anni ha deciso di consegnarsi, ma nessuno lo ascolta. Sulla testa di Marco Di Giacomo, ingegnere 40enne di Pescara, pende un mandato di cattura internazionale per evasione fiscale aggravata, ma per colpa di un errore di battitura (Di Giocomo al posto di Di Giacomo) per il momento nessuno è ancora andato a cercarlo. Emesso dall’Azerbaijan, il provvedimento fa sì che l’ingegnere pescarese figuri tra i ricercati sul sito dell’Interpol. A raccontare la storia è l’agenzia Adnkronos che ha potuto leggere le decine di email che da due anni l’ingegnere scrive ai ministeri degli Esteri e dell’Interno per chiedere che si occupino della sua situazione. All’estero l’ingegnere pescarese lavorava come project manager: “Un semplice dipendente – spiega – per questo con la vicenda dell’evasione fiscale io non c’entro nulla, anche se son finito sul patibolo”.

A causa del mandato che pende sulla sua testa, Di Giacomo non lavora più “e a questa situazione, al terrore di essere catturato mentre passeggio in strada – dice – preferisco essere arrestato subito. La mia immagine è ormai totalmente distrutta dal mandato, senza contare i danni che mi hanno procurato il lassismo dei ministeri”, accusa. In realtà, alla Farnesina si tenta una transazione per risolvere la vicenda che vede l’azienda per la quale Di Giacomo lavorava morosa per un milione e 700mila euro. “Ma sono anni che io vivo questo inferno – denuncia l’ingegnere abruzzese – e non voglio passare per delinquente, bruciarmi la carriera per un reato che non ho commesso. Per questo voglio che la mia vicenda venga alla luce, anche se rischio l’arresto”.

“Sono anni che scrivo ogni settimana ai ministeri competenti, eppure mi hanno sempre snobbato – prosegue – lasciando a piede libero un ricercato internazionale trattandolo, di fatto, come un ricercato di serie B. Sono stato preso in giro dalle istituzioni che dovevano tutelarmi vivendo una situazione a dir poco drammatica, che mi ha logorato a livello psicologico”. E a chi gli domanda se non tema che ora scattino le manette, “ai carabinieri che verranno a prendermi – dice – risponderò: ‘perché non mi avete arrestato finora?’. Della sua vicenda Di Giacomo ha anche informato i parlamentari 5 Stelle abruzzesi, Daniele Del Grosso e Gianluca Vacca, che presenteranno un’interrogazione parlamentare sulla vicenda. I grillini, spiega Del Grosso, tra le altre cose intendono chiedere in Aula perché i due ministeri “hanno tenuto nascosto l’ingegner Di Giacomo all’Interpol ostacolando la ricerca”.

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