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Apple Music, inchiesta dell’Antitrust Usa per concorrenza ad altri servizi freemium

I procuratori di New York e Connecticut vogliono capire se Cupertino abbia messo sotto pressione, o si sia accordata con altre etichette, per mettere fuori gioco i player che prevedono un'offerta gratuita finanziata dalla pubblicità
Apple Music, inchiesta dell’Antitrust Usa per concorrenza ad altri servizi freemium
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Appena nato è già sotto inchiesta. Musicil nuovo servizio musicale di Apple, concorrente di Spotify, è sotto la lente dei procuratori generali di New York e Connecticut che stanno valutando le possibili violazioni della legislazione antitrust. I procuratori vogliono capire se Cupertino abbia messo sotto pressione, o si sia accordata con altre etichette, per mettere fuori gioco i servizi freemium offerti dagli altri player che prevedono un’offerta gratuita finanziata dalla pubblicità. Questo tipo di servizi servono come porta di entrata per i clienti per passare poi all’offerta a pagamento senza spot.

L’inchiesta dei due procuratori arriva dopo che la Reuters, poco più di un mese fa, aveva rivelato che anche la Federal trade commission aveva iniziato a esaminare al questione relativa la nuovo servizio di Apple, mentre già in aprile si erano diffuse voci analoghe per quanto riguarda l’Unione europea.

Per la loro indagine i due procuratori possono avvalersi anche della collaborazione di Universal Music che ha inviato una lettera all’Attorney general di New York spiegando di non avere concluso nessun accordo con Apple per impedire a terze parti la fornitura di servizi di music streaming free o supportati dalla pubblicità.

Allo stesso modo la società precisa di non avere intese di questo tipo anche con Sony music entertainment o Warner Music Group. La società ha anche precisato che attualmente offre contenuti esclusivi ad alcuni servizi streaming, ma che questa esclusività non fa parte di una manovra per limitare la concorrenza.

Dopo avere rivoluzionato l’industria musicale, Apple arriva in ritardo sul mercato dello streaming dove, oltre alle iniziative della magistratura, deve cercare di recuperare il terreno sulla concorrenza che non sta a guardare. Il Wall street journal scrive infatti che oggi Spotify vale più di 8,5 miliardi di dollari. Una valutazione stabilita in seguito all’ultimo round di finanziamento che ha permesso alla società di raccogliere 526 milioni di dollari.

Concluso il giorno dopo la presentazione di Apple Music, l’accordo per il finanziamento allontana nel tempo la quotazione di Spotify che al momento non ha bisogno di altri fondi. Fra i suoi investitori ha nomi come Fidelity, Coca-Cola e Goldman Sachs e la società scandinava di telecomunicazioni Telia Sonera che ha partecipato all’ultimo round.
La presenza di investitori istituzionali come Fidelity (colosso della gestione di fondi) e Goldman Sachs, è un importante segnale di fiducia per Spotify che dimostra di saper raccogliere consensi oltre il solito giro speculativo dei venture capital della Silicon Valley.

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