Giugno per lo yoga è già tempo d’estate. Molte scuole chiudono, allievi e insegnanti pensano alle vacanze, qualcuno magari in un ashram in India per continuare a studiare e approfondire lo yoga.

Per gli altri praticanti, la stragrande maggioranza, e soprattutto per chi si è avvicinato da poco allo yoga, l’estate nasconde un pericolo mortale. Distrarsi, mettere da parte ciò che si è imparato durante l’anno, lasciarsi inghiottire dalla routine vacanziera: prendere il sole su una spiaggia, organizzare una passeggiata in montagna o semplicemente restarsene a casa a fare ciò che più ci piace, anche niente.

Niente di male in tutto questo, anzi. Vivere pienamente il momento è uno dei grandi insegnamenti dello yoga; basta che poi a settembre non si rischi di lasciarsi la pratica alle spalle per sempre.

Per comprendere la concretezza di questa minaccia basterebbe chiedere a un qualsiasi insegnante quanti tra i suoi allievi abbandonano i corsi durante l’estate. Potremmo sentirci tranquillamente rispondere: la metà.

È chiaro che qualche trucco per rimanere nella metà che invece a settembre riprenderà la pratica, magari può venire utile.

E allora se abbiamo preso la buona abitudine di dedicare alla yoga anche solo una manciata di minuti all’inizio della giornata, prima di colazione, sforziamoci di farlo anche durante l’estate, in casa o in vacanza.

Chi potrà, avrà anche l’occasione impagabile di praticare su una spiaggia all’alba, su un prato di montagna o in un parco cittadino svuotato dalle ferie estive.

Ovunque saremo basterà raccogliersi in noi, concentrarci e compiere una breve pratica dinamica. Ad esempio, tre cicli completi di Surya Namaskara (ne avevamo parlato qui) e magari un altro paio di asana che ci sono congeniali, per mantenere un’elasticità sufficiente.

Ma naturalmente queste sono solo le attenzioni da dedicare al corpo, che è solo una parte, e per moltissimi praticanti non la più importante, dello yoga.

Perché il segreto di questa disciplina olistica è sempre quello di utilizzare il corpo come strumento per accedere a quella zona più segreta e recondita dell’uomo. Quel luogo dove mente, corpo e coscienza si incontrano per intraprendere insieme quel viaggio di scoperta interiore che è lo yoga.

Un viaggio durante il quale è possibile che molti trovino una scintilla, quella particella indefinibile di energia a cui lo yoga nei secoli ha dato diversi nomi che rappresenta il collegamento con la trascendenza, mentre altri scopriranno la consapevolezza di essere uomini tra gli uomini su questa terra. In un caso e nell’altro, sempre mettendo meglio a fuoco la missione che abbiamo da compiere qui, in questo mondo.

E questo è un impegno che travalica l’estate che sta arrivando e tutte le successive. Per mantenerlo, è bene tenere accesa la curiosità che ci ha aiutato a rivolgere al nostro interno gli occhi dell’attenzione; così sarà possibile restare in contatto con la parte più segreta di noi. Quella che lo yoga ci ha aiutato a curare durante l’anno passato. Quella con cui è indispensabile restare in contatto. In spiaggia, su un sentiero di montagna, nel salotto di casa. Ovunque. Sempre.

PS: questa piccola rubrica va in vacanza augurando ai lettori un’estate di serenità.

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