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Cassazione, vietati smartphone dopo sentenza Ruby: “Non si doveva filmare”

Cassazione, vietati smartphone dopo sentenza Ruby: “Non si doveva filmare”
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“È inibito l’uso dei telefoni cellulari da parte di chicchessia nelle aule di udienza penale e civile”. È l’avviso affisso in bacheca all’ingresso dell’Aula magna della Corte di Cassazione a Roma. Ed è quanto è stato ribadito dagli impiegati della Corte questa mattina alle decine di cronisti, operatoti tv e fotoreporter che attendono nei corridoi del Palazzaccio la sentenza sull’omicidio di Meredith Kercher, la studentessa inglese uccisa nel 2007. Un monito che comprende “magistrati, avvocati, personale amministrativo e pubblico”, firmato dal primo presidente della Suprema Corte, Giorgio Santacroce.

IMG_5041.JPGIl riferimento è ai fatti del 10 marzo scorso, i supremi giudici vogliono evitare il ripetersi di quello che è accaduto durante il processo Ruby, che ha confermato l’assoluzione in appello dell’ex cavaliere Silvio Berlusconi, accusato di concussione e prostituzione minorile, uno smartphone aveva catturato la lettura della sentenza. Venti secondi di registrazione che hanno fatto il giro della rete, delle tv nazionali e internazionali, nonostante il divieto di filmare con le telecamere. Ma gli ermellini nulla hanno potuto di fronte alla ripresa rubata con un videofonino.

“Nel sito web di un importante quotidiano nazionale è visibile il video della lettura del dispositivo di un procedimento di questa Corte – precisa Santacroce -, nonostante il presidente del Collegio avesse negato la ripresa e registrazione audio del dibattimento”. Per gli ermellini, insomma, si tratta di un episodio che deve essere in ogni modo evitato per il dispositivo della sentenza che riguarda Raffaele Sollecito e Amanda Knox.

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