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Gli orologiai, “i tre uomini che fanno girare gli ingranaggi della Repubblica”

L'ebook di Camilla Conti ricostruisce carattere, relazioni e progetti dell'ex presidente del Consiglio Romano Prodi, del "dominus" di Fondazione Cariplo Giuseppe Guzzetti e del presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo Giovanni Bazoli. I grandi cattolici che hanno dominato la Prima e la Seconda Repubblica e adesso si preparano a gestire la “transizione ordinata” verso la Terza
Gli orologiai, “i tre uomini che fanno girare gli ingranaggi della Repubblica”
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Chi muove gli ingranaggi finanziari e politici dell’Italia che si avvia verso la Terza Repubblica? Sempre gli stessi: l’ex presidente del Consiglio e della Commissione Ue Romano Prodi, il presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo Giovanni Bazoli e il “dominus” di Fondazione Cariplo nonché presidente della lobby delle fondazioni bancarie Giuseppe Guzzetti. E’ la tesi dell’ebook Gli orologiai – L’ingranaggio finanziario-politico che scandisce i tempi della Terza Repubblica (Informant) di Camilla Conti, giornalista finanziaria per Il Fatto Quotidiano e L’Espresso. Conti gli orologiairicostruisce carattere, relazioni e progetti dei tre grandi cattolici uniti da un “disegno” preciso per il Paese e da una visione che supera i confini delle segreterie di partito. Tre uomini che, nonostante i salotti buoni si stiano pian piano smobilitando e larghe fette di aziende pubbliche e private stiano finendo nelle mani di fondi americani, arabi o cinesi, continuano a muovere le “lancette” della vita economica e politica della Penisola.

Gli “orologiai”, scrive Conti , non hanno bisogno di “fantasiose riunioni segrete” per dirigere quello che resta di un’Italia in profonda trasformazione. E continuano, con le loro manovre, a ridefinire gli equilibri tra Quirinale, Palazzo Chigi e gli istituti bancari. In attesa di gestire la “transizione ordinata” verso la terza Repubblica e lasciare la stanza dei bottoni a un gruppo di eredi ancora tutti da scoprire.

Una storia sulla conquista, la conservazione e l’esercizio del potere, che “non è tale se non si consolida, se non attraversa il tempo lasciando un segno”, come scrive Mario Sechi nella prefazione. Insomma, la storia finanziaria italiana ma in una narrazione alla House of cards, la fiction statunitense che piace a Barack Obama ma anche al presidente del Consiglio Matteo Renzi.

 

 

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