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E se l’auto del futuro si stampasse in 3D? Dall’Arizona l’idea delle micro-fabbriche

"Stampare" le auto invece che assemblarle, in piccole fabbriche sparse sul territorio. Risparmiando su attrezzature e design, visto che i progetti nascono sul web. È l'idea dell'americana Local Motors, che al Salone di Detroit ha stampato di fronte al pubblico la sua due posti elettrica "Strati"
E se l’auto del futuro si stampasse in 3D? Dall’Arizona l’idea delle micro-fabbriche
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Mentre la carta stampata sembra destinata ad andare incontro al proprio destino (così dicono gli esperti), per le auto stampate sta per cominciare una nuova era, quella della mobilità sostenibile in versione 3D. Al Salone di Detroit è stata esibita la Strati, una vettura “forgiata” con 212 strati di plastica e costituita da appena 49 elementi singoli. Plastica, in realtà, è una definizione generica: si tratta di acrilonitrile-butadiene-stirene (ABS)un polimero termoplastico impiegato finora per la realizzazione oggetti leggeri e rigidi come tubi o strumenti musicali. La stampa in tre dimensioni permette di passare direttamente dal progetto alla realizzazione, grazie a una vera e propria “stampante” che in poche ore “scolpisce” esemplari unici.

Local Motors 3D printed car

La Strati è un “miracolo” anche italiano, perché il modello è stato disegnato da Michele Anoè, la cui idea è stata preferita a quelle di altri duecento creativi in giro per il mondo. La Strati è un veicolo che John B. Rogers, un 41enne ex marine che ha studiato ad Harvard, intende lanciare sul mercato ancora entro la fine del 2015 con la sua società, la Local Motors, fondata nel 2007 e che ha già all’attivo la produzione di alcuni modelli a tiratura limitata, come un’auto da rally o un fuoristrada da 436 cavalli.

Local Motors 3D printed car al Salone Detroit 2015

Ma nessuno è rivoluzionario come questo, anche se per la sua fabbricazione – direttamente al Salone – sono state necessarie 44 ore. In futuro il manager, che nel suo stabilimento dell’Arizona occupa 87 persone, conta di scendere a 24 ore. E se la velocità di produzione non è dalla sua, la flessibilità lo è. Perché per l’estetica, Rogers punta sulla rete (per ogni modello accettato verrebbero riconosciuti 5.000 dollari), mentre per la realizzazione sono sufficienti materia prima, un computer ed una stampante 3D. L’obiettivo è una produzione se non a “chilometri zero”, almeno ragionevolmente vicina alla clientela: il 41enne imprenditore pensa ad una serie di micro aziende con una superficie non superiore ai 4.000 metri quadrati. Le prime due stanno per essere aperte, mentre nell’arco del decennio ne dovrebbero sorgere altre cento in giro per il mondo.

(Jan 2015) Detroit, MI. North American International Auto Show

La Strati è una due posti elettrica “motorizzata” da Renault, che fornisce il sistema di propulsione della Twizy, in grado di assicurare fino a 80 chilometri di velocità massima ed un centinaio di chilometri di autonomia. Il vero scoglio da superare sono i crash test, per i quali i tecnici stanno cercando di “miscelare” gli ingredienti plastici da stampare per garantire una tenuta sufficiente. La forbice di prezzo ipotizzata per il modello stampato in 3D è ancora ampia, fra i 18.000 ed i 33.000 dollari.

(Jan 2015) Detroit, MI. North American International Auto Show

Ma l’auto stampata potrebbe non essere stata un’esclusiva riservata al pubblico del motor show di Detroit. Al Salone di Ginevra 2015 (5-15 marzo) la società tedesca Edag Engineering Design dovrebbe esibire un concept con un telaio stampato in 3D, Edag Light Car Cocoon. Particolare anche il “rivestimento”, cioè una carrozzeria in materiale tessile nella realizzazione del quale è impegnata Jack Wolfskin, specialista dell’abbigliamento e delle attrezzature per gli sport all’aperto. L’unico dettaglio noto, almeno finora, è il peso del rivestimento, appena 19 grammi per metro quadrato.

Il video in timelapse dello “stampaggio” della Local Motors Strati all’International Manufacturing Technology Show 2014.

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