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Bruno Vespa, son lacrime tutte napulitane

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Riposto il kalashnikov imbracciato la sera prima, mercoledì sera Bruno Vespa ha ripreso il fido turibolo, con cui è obbiettivamente molto più a suo agio. In Rai si ragiona così; se a Parigi un attentato sconvolge il mondo, se ne farà un agile riassunto con tutta calma; ma se al Quirinale il Presidente rassegna le dimissioni annunciate da settimane, si ribaltano all’ultimo momento i palinsesti con uno speciale Porta a porta. Vespa lo capiamo già di più: l’occasione era ghiotta, non capita tutti i giorni di poter tessere per due ore le lodi di un novennato: “Commovente, sorprendente, rigoroso…”. Proprio mentre Napolitano ritornava a casa, Bruno ritrovava i consueti accessori; oltre al turibolo fumante, il plastico del Colle con il Torrino, la canna di bambù da maestro elementare.

Vespa passa per un uomo vicino al potere; eppure sul Torrino, bisogna dirlo, non ci ha nascosto niente. Ispezione ginecologica, centimetro per centimetro e vessillo per vessillo, con la canna di bambù. Simona Sala inviata d’assalto si è spinta in piena notte fin sotto le finestre del Quirinale. Per la par condicio, poco prima aveva fatto la posta anche alle persiane illuminate di vicolo dei Serpenti, nel cuore di Monti, “uno dei rioni più popolari di Roma”, che tuttavia “la coppia presidenziale non aveva mai abbandonato del tutto” (anche volendo non sarebbe stato semplice, visto che dal Quirinale ci saranno sì e no 100 metri). Né sul fatto del giorno sono mancate testimonianze esclusive, come quella del macellaio di fiducia Pietro, che ha confermato: il trasloco si è concluso nel modo migliore e tutto è pronto per festeggiare sabato prossimo il ritorno degli illustri vicini. 

Poi il teatrino in studio affidato a maschere consumate: Giovanni Toti, Lorenzo Guerini, Maurizio Lupi, due direttori contro come Mario Orfeo e Andrea Cangini. Quanto a Matteo Salvini, pare che non si debba nemmeno più invitare; appare in collegamento di default. Il totopresidente viene affrontato in chiave calcistica: undici candidati in formazione suddivisi tra titolari e panchinari, poi si passa al risiko delle maggioranze possibili, poi si calcola il peso dei franchi tiratori…Altrettanti spunti per rimettere mano alla canna di bambù.

Quando anche le finestre di vicolo dei Serpenti si sono spente, appare in collegamento Letizia Moratti a dare la mazzata finale ai pochi spettatori superstiti. Ascolti catastrofici per una prima serata, share del 7.8, gli ottavi di Coppa Italia tirano più della Nazionale di Vespa. Ma pensandoci su nemmeno troppo, se si considera che la sedicente diretta era in realtà la replica di una replica di una replica. Dovessimo valutare la svolta epocale che attende l’Italia di cui Napolitano si sente sponsor da questa puntata di Porta a Porta, qualche dubbio viene. La stessa messa cantata, gli stessi officianti e lo stesso turibolo di sempre. Non sappiamo chi verrà eletto dopo re Giorgio, ma una certezza c’è già: ad accoglierlo ci sarà Bruno Vespa.

il Fatto Quotidiano, 16 Gennaio 2015

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