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‘The Interview’: code che agitano cani e armi di distruzione di massa

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Parliamo di cinema. Negli Stati Uniti il film The Interview sta spopolando negli incassi online e nelle sale che “coraggiosamente” hanno deciso di proiettarlo. Della qualità del film poco si è parlato, a quanto pare non è un granché, ma a contare è la vittoria della libertà d’opinione contro chi la vuole soffocare.

Questo è quello che si evince dalle reazioni, della stampa, dei cittadini e anche del Presidente Obama.

Wag the dog, è un modo di dire, che tradotto letteralmente potrebbe essere : quando la coda agita il cane, un modo di dire che quello che vedi è totalmente diverso da quello che accade.

E’ anche il titolo di una commedia nera e amaramente ironica del 1997 uscito in Italia con il solito fantasioso titolo: ‘Sesso & potere’, diretto da Barry Levinson, tratto dal romanzo American Hero, in cui un politico per distogliere l’attenzione da uno scandalo sessuale che potrebbe distruggere la sua carriera fa ricorso a un regista e a un produttore per inventare una finta guerra, in una lontana parte del mondo, gli attori sono Robert De Niro e Dustin Hoffman.

Tema non nuovo per chi avesse in passato avuto occasione di vedere Capricorn One diretto da Peter Hyams, un film del 1978 in cui si finge uno sbarco sulla luna. Ma la cinematografia ne elenca tanti altri del genere.

Tornando al nostro The Interview, il paradosso della situazione è che un film stava quasi per scatenare una guerra: Wag the dog, la coda stava agitando il cane.

Le dichiarazioni di Obama, di fronte all’assurdo ed eccessivo rigonfiamento della capacità di ordire trame intrusive sui sistemi di comunicazione americani della Corea del Nord di Kim Jung-un, si sono ridimensionate così come le dichiarazioni da parte di Cia ed Fbi circa ‘inequivocabili prove’ di aggressione mediatica sono andate via via scemando.

Resta il mistero su chi abbia realmente messo in piedi questa grande operazione, che per ora vede un mediocre film campione di incassi, ma questa non sarebbe una novità.

Resta la preoccupazione di come si sia potuti arrivare a un tale livello di scontro, con minacce non certo leggere da entrambe le potenze in gioco (Usa e Nord Corea), il tutto è per ora un immenso videogioco, in grado di muovere folle reali, eserciti e missili veri. In un mondo in cui i cani agitano la coda, si sarebbe potuto fare ricorso alla perifrasi, di ‘americanata’, ma questi erano altri tempi e non si avevano ancora inequivocabili prove dell’esistenza di armi di distruzione di massa come in Iraq.

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