Effettivamente, è una bella fortuna. Trentadue anni, laureata da sette, un MBA alla London School of Economics e, oggi, sui miei biglietti da visita (rigorosamente in carta riciclata) c’è scritto “CSR-Manager“, subito sotto al logo dell’azienda più innovativa del mondo! Se all’assunzione mi avessero detto che in così poco tempo avrei potuto raggiungere la mia attuale posizione, non gli avrei nemmeno creduto. Ma la meritocrazia, per fortuna, da qualche parte ancora esiste: alla faccia di tutti quei rosiconi catastrofisti del “tutto il mondo è paese”…

No, qui in Silicon Valley tutto è completamente diverso, per fortuna. Gente sveglia e ambiziosa, che si rimbocca le maniche, rivendicando a gran voce il primato dell’intelligenza. Donne e uomini che hanno voglia di crescere, senza porsi alcun limite, dando il proprio incessante contributo all’inarrestabile miglioramento del destino del pianeta. Per molti aspetti, siamo gli evangelisti del terzo millennio.

Eppure l’Italia, nonostante tutte le sue contraddizioni, un po’ mi manca. Fortunatamente, però, ho quattro voli al mese completamente rimborsati (in business, non so se mi spiego…).

Così, ogni due settimane me ne torno a casa: i manicaretti di mamma e le coccole dei nipotini sono aspetti della vita irrinunciabili. E che, soprattutto, non passano attraverso una webcam. Poi, però, accade sempre e immancabilmente la stessa cosa: l’indolenza dei miei connazionali, alla lunga, mi dà sui nervi. E ogni domenica mattina, puntualmente, non vedo l’ora di imbarcarmi di nuovo per gli States. Quando chiamo il taxi per l’aeroporto, specifico sempre di volerne uno elettrico. Per non inquinare, capite? A Stanford, nove volte su dieci mi accontentano. Qui, invece, l’assegnazione avviene completamente random. Capite perché l’Italia non avrà mai un futuro?

La vera novità che vorrei raccontare, però, riguarda l’ultimo benefit che la mia azienda ha deciso di concedere alle sue dipendenti più intraprendenti: la crioconservazione degli ovuli. Ne parlo con doppia soddisfazione, poiché nel team di progetto che ha varato l’iniziativa c’ero naturalmente anch’io. La filosofia è semplice: se molliamo la presa, ci mettono certamente in un angolo. Così, per venire incontro alla nostra naturale vocazione materna, ma senza costringerci a cedere terreno alle nuove leve, ci paga tutto l’azienda: trattamento ormonale, espianto e conservazione. E’ una vera rivoluzione, degna di una compagnia veramente moderna, sensibile, scrupolosa e attenta a non trascurare nulla.

D’altronde, non è una novità: qui si sta bene da ogni punto di vista. Sono vietate le riunioni di venerdì pomeriggio, l’equilibrio lavoro/vita privata è una priorità assoluta, nel board ci sono rigorosamente metà donne e metà uomini, abbiamo la zona fitness, la sauna, il maestro di yoga, l’asilo aziendale, la spesa a domicilio e, per chi desidera prima o poi tornarsene a casa, è previsto lo shuttle. Ecologico, ovviamente. La salute del pianeta prima di tutto.

Sono queste premure, a rivelare la responsabilità sociale di un’azienda. Sono queste attenzioni, a decretarne la caratura etica. Mi riferisco al concreto rispetto dei bisogni del suo personale, alla disponibilità ad assecondare le nostre esigenze. Esigenze di donne e, quando sarà conveniente, anche di mamme. E tutto questo, incredibilmente, senza sacrificare una briciola della nostra propulsione innovatrice.

E’ un mondo che non può stare fermo, questo. E noi ci troviamo nel bel mezzo di quella fase della nostra parabola evolutiva che sancisce la supremazia del nostro apporto intellettuale al progresso umano: una dimensione della socialità che solo alcune aziende, particolarmente orientate al connubio ottimale tra sensibilità ed efficienza, sanno intercettare ed esprimere al meglio. Soprattutto, nel nostro interesse. Solo così, in fondo, possiamo continuare a crescere. Come professioniste e, all’occorrenza, come mamme.

 

Questa narrazione è frutto della mia provocatoria immaginazione: ogni riferimento a persone, cose o fatti realmente esistiti è completamente casuale. Ringrazio per la vignetta l’amico e artista Fabio Govoni. Andrea Strozzi – Low Living High Thinking.

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