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Il Secolo XIX non si stampa più a Genova, la prima mossa del nuovo padrone torinese

Da febbraio il quotidiano genovese fresco di passaggio sotto l'ala degli Agnelli non sarà più stampato nel capoluogo ligure, bensì a Torino. A rischio 55 posti di lavoro
Il Secolo XIX non si stampa più a Genova, la prima mossa del nuovo padrone torinese
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Torino mette la prima pietra per la costruzione di un’unione sempre più profonda tra La Stampa e Il Secolo XIX. Da febbraio il quotidiano genovese fresco di passaggio sotto l’ala degli Agnelli non sarà più stampato nel capoluogo ligure, bensì a Torino. A dare la notizia sono stati i sindacati Cgil e Cisl, dopo la comunicazione ricevuta il 14 ottobre da parte dell’amministratore delegato dell’editore ligure, la Società edizioni e pubblicazioni (Sep). L’editrice, riferiscono le sigle sindacali, ha deciso di non rinnovare il contratto con la San Biagio Stampa, l’impresa che dà materialmente vita alle pagine del quotidiano, controllata al 100% proprio da Sep. Le rotative genovesi, secondo quanto riportato dai sindacati, si fermeranno il 31 gennaio 2015 e, dal giorno seguente, il giornale sarà stampato interamente a Torino: la scelta dell’azienda è stata motivata con un risparmio calcolato intorno ai 3 milioni di euro all’anno. La società, contattata da ilfattoquotidiano.it, non ha voluto rilasciare alcun commento in merito alla vicenda.

Il trasloco da Genova a Torino è solo il primo effetto dell’operazione, annunciata nell’agosto scorso, che lega in modo definitivo Il Secolo XIX e La Stampa: le due società editrici, la Sep e l’Editoriale La Stampa, hanno stretto un accordo per dare vita a una nuova azienda, Italiana Editrice. La maggioranza (77%) sarà di Fiat Chrysler Automobiles e il presidente sarà John Elkann, mentre Carlo Perrone, attualmente alla guida di Sep, avrà la vicepresidenza con il 23% delle quote societarie. Le grandi manovre editoriali hanno avuto subito effetti sulla guida della testata genovese: Il Secolo XIX è senza direttore dal 25 agosto, data delle dimissioni di Umberto La Rocca. Il suo posto è stato preso ad interim dal suo vice Alessandro Cassinis, in attesa di un successore: in pole position c’è Luca Ubaldeschi, attuale vicedirettore de La Stampa. E ancora, l’amministratore delegato di Sep, colui che ha annunciato la chiusura della San Biagio Stampa, è Maurizio Scanavino, ex ad di Publikompass, concessionaria della pubblicità de La Stampa, e uomo di fiducia della famiglia Agnelli.

Ma nelle grandi manovre dell’informazione del nord-ovest che non escludono un futuro coinvolgimento del Corriere della Sera di cui Torino è il primo azionista, chi rischia di rimanere schiacciato sono i lavoratori. La chiusura delle attività della San Biagio Stampa, infatti, lascerà i dipendenti senza certezze sul futuro. “Con questa decisione altre 55 famiglie genovesi saranno presto sulla strada”, denunciano i sindacati Slc Cgil e Fistel Cisl. Per il personale della società sono stati attivati contratti di solidarietà per la durata di 27 mesi, che scadono il prossimo 16 dicembre. “L’amministrazione Sep non ha chiarito quale sarà il futuro dell’azienda né dei lavoratori – spiega Gianni Pastorino, segretario della Slc Cgil Genova – Ma lo scenario più probabile è la liquidazione della San Biagio Stampa. Per quanto riguarda i dipendenti, ci attiveremo per ottenere gli ammortizzatori sociali. Si tratta dell’ennesima chiusura di un’azienda a Genova”.

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