E’ successo una sera del 1996, il locale si chiamava ‘Nessundorma’, la città era Genova. Un gruppo formato per metà da musicisti mezzi comici, e per l’altra metà da comici mezzi musicisti, faceva una delle sue prime apparizioni sulle scene. Io ero nel pubblico. Ero poco più che ventenne, poco più che una matricola iscritta alla Facoltà di Scienze Politiche, e prima di quella sera non avevo ancora idea di cosa avrei fatto nella vita (altrimenti non avrei di certo scelto Scienze Politiche). Alla fine dello spettacolo però lo capii: nella vita avrei fatto il meno possibile. Il giorno successivo abbandonai gli studi, e da quel momento il mio unico obiettivo sarebbe stato quello di divertirmi come loro. E’ questo l’effetto che ti fanno i Cavalli Marci’ la prima volta che li vedi. Dopo aver assistito a un loro spettacolo, la sensazione era quella di esserti divertito come mai prima di allora, ma allo stesso tempo avevi l’impressione che loro si fossero divertiti persino più di te.

Da quella sera è capitato un po’ di tutto. Dopo il successo televisivo di ‘Ciro il figlio di target’ – trasmesso tra il ’97 e il ‘99 da Italia 1 – e la ventiquattrore di spettacolo, grazie alla quale il gruppo detiene a tutt’oggi il primato per lo spettacolo comico più lungo che sia mai stato messo in scena, due ‘Cavalli’ sono diventati ‘Iene’ – Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu – quelli di ‘Camera Café‘ per intenderci, quelli che poi sono finiti persino a co-condurre una recente edizione del Festival di Sanremo. Altri hanno continuato a fare i comici, come per esempio Alessandro Bianchi e Michelangelo Pulci, la cui carriera televisiva continua ancora oggi nel cast di ‘Colorado’, il programma comico di Italia 1. Fabrizio “Pippo” Lamberti invece, co-fondatore del gruppo insieme a Claudio “Rufus” Nocera, ha proseguito come musicista, un po’ in tour con Eros Ramazzotti, un po’ in studio firmando fra le altre la colonna sonora del film ‘Sbirri’ di Roberto Burchielli. Un altro ancora – Carlo Denei – è diventato uno degli autori di ‘Striscia la notizia’, e poi ce n’è uno – Andrea Di Marco – che nonostante fosse un musicista purosangue, dopo l’esperienza con i ‘Cavalli’ si è imbizzarrito a tal punto da finire nel cast di ‘Zelig‘. 

I ‘Cavalli Marci’ si sarebbero sciolti solo dopo la prematura scomparsa di Rufus, da tutti considerato la mente del gruppo. Tutto ciò accadeva nel 2004, più o meno quando il mio progetto di “nullafacismo” naufragò definitivamente, poiché dalle platee decisi di spostarmi dietro le quinte, e proprio con alcuni ex ‘Cavalli‘ intrapresi la professione di autore comico.

Scena dopo. Dieci anni più tardi – quasi venti da quella prima serata al Nessundorma – mi ritrovo nei camerini del Politeama genovese a farmi raccontare da Pippo che il gruppo si è riunito, che qualcuno ha tirato fuori un nastro VHS di quella famosa ventiquattrore di spettacolo, e che lui stesso si è preso la briga di sbobinare il tutto per riscrivere il copione del meglio dei Cavalli MarciIl loro ritorno in scena è previsto per venerdì prossimo, 10 ottobre.

Le repliche andranno avanti finché il pubblicò ne vorrà – mi confida Pippo sorridendo – e visto che i biglietti per il 10 sono evaporati già durante il primo giorno di prevendita, per il momento si è deciso di proseguire almeno fino al 12. Quello strano connubio di musica e comicità, che ha caratterizzato il repertorio del gruppo fin dalla sua nascita, sarà la cifra dello show – promette il ‘cavallo’ Lamberti – e di sicuro non mancheranno tutti i personaggi storici, tipo quel Fede e la sua “carogna” con il quale Luca Bizzarri, in una delle edizioni di ‘Ciro’, iniziava a farsi notare dal grande pubblico. 

E intanto, mentre Pippo mi descriveva l’effetto “Ritorno al futuro” che la riunione del gruppo gli aveva provocato, dal buio della platea apparivano uno alla volta tutti i membri della sua scuderia, proprio come se fossero appena usciti dalla Delorean di Emmett ‘Doc’ Brown. La sensazione del viaggio nel tempo era talmente realistica che dopo aver assistito alle prove volevo riscrivermi all’università. Poi, appena fuori dal teatro la magia è svanita, e sono tornato a casa a scrivere questo post. Mi sa che anche per quest’anno non mi laureo.

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