In questo blog ogni settimana raccontiamo di un film “disperso”, ignorato dalla distribuzione italiana. Esistono però veri e propri casi di registi dispersi. Il film precedente di Srdan Golubović, The Trap (Klopka) era infatti finito su Dispersi – Guida ai film che non vi fanno vedere, la prima edizione del libro che poi ha dato vita a questo blog, uscito ormai quattro anni fa. Oggi mi ritrovo nuovamente a parlare di quello che è senza dubbio uno dei più interessanti autori europei, ma che difficilmente riusciremo mai a vedere in Italia, se non grazie a qualche passaggio in piccoli festival. Il suo nuovo film si intitola Circles (Krugovi), ed è una nuova grande riflessione sui sentimenti umani ai margini della guerra.

Il regista: Srdan Golubović è un regista serbo, oggi quarantaduenne. Prima di Circles ha diretto altri due, bellissimi film, entrambi inediti in Italia e pluripremiati in diversi festival europei. Absolute 100 (2001) è la storia di rivincita di un cecchino durante la guerra in Jugoslavia, mentre The Trap (Klopka, 2007) racconta di un uomo disposto a diventare un killer per salvare il figlio malato. Di quest’ultimo è ora in produzione un remake americano che avrà come protagonista Liam Neeson.

Gli interpreti: Tutti gli attori sono piuttosto conosciuti in Serbia, decisamente meno nel resto dell’Europa. Si segnala come Nebojša Glogovac, che interpreta il musulmano Ranko, abbia vinto il premio come miglior attore al Milano Film Festival proprio per il film precedente di Golubović, The Trap.

La trama: Nel 1993, durante la guerra in Bosnia, avviene un episodio di violenza nei confronti di un musulmano che non ha abbandonato la cittadina di Trebigne, al confine con la Croazia. Dodici anni dopo ritroviamo i protagonisti di quell’episodio: chi è rimasto, chi è andato in Serbia, chi in Germania. Ma i postumi della guerra non smettono di farsi sentire.

Il commento: La bellezza di Circles nasce già dal suo titolo. Cerchi, come quelli che crea un sasso gettato nell’acqua. La metafora è chiara: se fai un gesto buono, lanci un sasso, e se anche nessuno se ne accorgerà subito, nasceranno dei cerchi nell’acqua che finiranno per coinvolgere e, forse, contagiare anche tutti quelli che stanno attorno. Il film si basa proprio su questi elementi: la disperazione, prima di tutto, l’incomunicabilità tra le persone, la sofferenza, ma anche il fatto che un gesto pur tragico possa cambiare la vita delle persone che vi hanno assistito. Vite che saranno costellate dal rimorso ma anche dalla consapevolezza che, in un modo o nell’altro, la speranza può riaffiorare. Golubović non ci mostra subito la scena madre nella sua interezza, ci fa però comprendere durante il film cosa sia successo con una regia e una scrittura molto attente, per poi stordirci definitivamente con i dettagli del finale. Le tre storie raccontate nel film, a Trebigne, Belgrado e Halle, sono in realtà la storia unica di una nazione appena uscita da una terribile guerra e alle prese con il senso di colpa. Una nazione, e il suo popolo, che nella sofferenza intravede la luce, perché, fortunatamente, qualcuno quel sasso l’ha lanciato davvero (la storia è ispirata al fatto realmente accaduto al giovane Srđan Aleksić nel gennaio 1993).

La critica: Un racconto morale per niente ortodosso in cui le narrazioni concentriche riescono a ottenere una sorprendente risonanza. John Anderson, Variety

La citazione: Se lanci un sasso nell’acqua, qualcosa succede”

I premi vinti: Il film è stato presentato prima al Sundance, dove ha vinto il premio per il miglior film straniero drammatico, e poi a Berlino, dove ha vinto quello della giuria ecumenica. Si è poi aggiudicato moltissimi altri premi tra cui, in Italia, quello per il miglior regista al BiFest.

L’homevideo: Il dvd del film è uscito in pochi mercati europei oltre a quelli balcanici, ma sono disponibili sul web i sottotitoli in italiano.

Il trailer

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