Negli Stati Uniti la chiamano “V2V” – “vehicle to vehicle”, da veicolo a veicolo – ed è la tecnologia che permette a due mezzi di trasporto di comunicare l’un l’altro la propria presenza. L’Nhtsa, l’ente governativo per la sicurezza stradale, ha presentato una proposta di legge per rendere le tecnologie di comunicazione fra veicoli obbligatoria su tutte le automobili. Gli standard dovrebbero essere fissati entro la fine del mandato di presidenza di Barack Obama, ossia entro il 2017. “La sicurezza è la nostra priorità e la ‘V2V’ rappresenta il prossimo grande passo per salvare vite”, ha dichiarato il segretario americano ai Trasporti Anthony Foxx nella nota ufficiale dell’ente. “Oggi cerchiamo di fare in modo che le persone sopravvivano agli incidenti, con questa tecnologia potremmo evitare che gli incidenti avvengano”.

In pratica, il sistema V2V di ogni auto invia agli altri veicoli informazioni sulla sua posizione, velocità e direzione 10 volte al secondo, e ne riceverne altrettanti dai mezzi che lo circondano, in modo che ogni guidatore venga avvertito in caso rischi una collisione. Due sistemi basati sulla V2V, in particolare, sono considerati strategici dall’Nhtsa: l’assistenza alla svolta a sinistra, che avverte il guidatore dell’arrivo di un veicolo nella direzione opposta, e l’assistenza ai movimenti negli incroci. Secondo le stime dell’ente, la dotazione costerebbe 350 dollari (265 euro) a veicolo nel 2020, ma l’introduzione a tappeto dei due sistemi permetterebbe di evitare quasi 600.000 incidenti l’anno negli Stati Uniti, ovvero metà degli scontri di questo tipo, e di salvare più di mille vite. Dal report di oltre 300 pagine presentato con la proposta di legge, si scopre che  ci sono dieci anni di ricerca. Insieme al Governo, hanno partecipato allo studio otto costruttori automobilistici (Ford, General Motors, Honda, Hyundai, Daimler, Nissan, Toyota e Volkswagen), anche con test su strada (si sono susseguiti al volante circa 3.000 guidatori) in condizioni di traffico reale.

La proposta di legge ora è stata pubblicata sul sito del governo e i cittadini hanno 60 giorni per commentarla. Fra le opinioni espresse finora – solo una ventina – qualcuno parla di spreco di denaro pubblico e della presenza sempre più invasiva dell’intelligence nella vita degli americani, altri invece chiedono che i sistemi V2V siano obbligatori anche per le moto e le biciclette. Per chi temesse per la propria privacy, la nota ufficiale dell’Nhtsa precisa che “la tecnologia V2V” non prevede la raccolta o la scambio di informazioni personali né il monitoraggio dei guidatori o dei veicoli”. Le informazioni scambiate dai veicoli, spiegano, non identificano i mezzi: contengono soltanto informazioni di base per la sicurezza. “Di fatto, il sistema così come concepito prevede diversi livelli di sicurezza e protezione della privacy”, dice l’ente, “per assicurare che i messaggi inviati dagli altri veicoli siano sicuri e affidabili”. 

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