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Adozioni gay, una sentenza che è un riscatto per tante di noi

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Resto stupita davanti agli argomenti di chi si scaglia contro la sentenza che ha riconosciuto alla compagna di una donna l’adozione della figlia di lei. Per inciso, è bene ricordarlo, coloro che oggi sbraitano contro quella sentenza, in realtà sono contrari a tutti i diritti delle persone omosessuali: sono contro una legge che punisca l’omofobia, sono contrari al riconoscimento dei legami d’amore tra persone dello stesso sesso, sono persino contrari a che si parli di affettività e nuove famiglie nella scuola, ma aggiungono sempre che non hanno nulla contro gli omosessuali.

Dunque anche se si tratta di un’area che vorrebbe che l’omosessualità non esistesse o fosse eternamente taciuta e priva di ogni diritto, resto stupita della pochezza logica dei suoi argomenti contro la sentenza in questione. Dicono ad esempio che è interesse dei minori avere un padre, ma nel caso di una figlia nata con inseminazione da seme di donatore il padre non esiste! La bambina mi pare che abbia tutto l’interesse a contare, anche legalmente, sul sostegno morale e materiale di un’altra figura adulta, visto che questa esiste nel nucleo familiare. Una è la madre, l’altra è la genitrice adottiva. Si tratta di genitorialità condivisa ed è opportuno che da essa discendano impegni, non solo reciproci tra le partner, ma anche verso chi nasce e /o cresce in costanza della relazione. Se malauguratamente l’unione tra le due donne dovesse rompersi, a maggior ragione è interesse della bambina continuare a godere dei diritti che le derivano dalla parentela con entrambe le figure.

Non nego che la sentenza sopravanzi l’iniziativa del Parlamento, ma provo una sensazione di accoglimento delle ragioni di noi persone omosessuali, altrimenti ignorate da parlamenti che rimandano sine die di dare risposte alle vite reali di tante persone.

Quando ho sentito la notizia della sentenza, ho pensato alle tante che hanno rinunciato ad avere figli credendo che fossero incompatibili con il loro amore per un’altra donna e a quelle che invece hanno rinunciato all’amore per un’altra donna per avere un figlio, credendo che per questo fosse imprescindibile avere un marito. Ho pensato anche alle tante donne che a causa del lesbismo sono state separate dai loro figli, per ritorsione di mariti abbandonati, una in particolare è una mia amica. Nessuno può ridare loro ciò che hanno perso, ma mi viene da sperare che ora è finita.

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