Ci sono film che ti capita di vedere nel momento giusto e forse anche per questo finiscono nel colpirti ancor più nel profondo. In questi giorni sui social network è tutto un commentare la guerriglia tra Israele e Palestina. Chi dà ragione da una parte, chi dall’altra, per chi non vive in quelle aree sembra quasi una sorta di tifo calcistico, per chi ci vive è una presa di posizione dettata forse più dal contesto locale che dalla realtà dei fatti. Quando si è dentro a una guerra, tutto è vissuto in maniera diversa e ragione o torto, buono e cattivo, hanno significati diversi rispetto a chi ha una visione esterna. Lore racconta proprio questo, attraverso gli occhi inizialmente innocenti di una ragazzina, e lo fa in un modo che non può lasciare indifferenti, rendendo estremamente attuale una storia di quasi settant’anni fa.

Il regista: Cate Shortland, australiana, ha quarantacinque anni. Dopo alcuni corti di successo e la regia di numerose puntate della serie The Secret Life of Us, ha esordito al cinema con Somersault nel 2004, partecipando a Cannes nella sezione Un Certain Regard e battendo ogni record di premi vinti agli Aacta Awards, gli Oscar australiani. Lore è il suo secondo lungometraggio.

Gli interpreti: Lore è interpretata da Saskia Rosendahl, attrice tedesca all’esordio come protagonista. Sua madre è Ursina Landi, che ricorderete per il ruolo ne Il nastro bianco di Michael Haneke.

La trama: Nel 1945, in Germania, le truppe alleate hanno preso il controllo, uccidendo o facendo prigionieri migliaia di soldati nazisti. La quattordicenne Lore si trova così sola, senza genitori, e deve prendersi cura dei quattro fratelli, iniziando un lungo viaggio alla ricerca della nonna. Durante il viaggio incontra un giovane ebreo, che si offre di aiutarla.

La recensione: Per un gruppo di ragazzini, la verità è semplicemente ciò che viene loro mostrato e insegnato. Lore è cresciuta con gli ideali nazisti e il mondo tedesco dai colori vividi che l’ha circondata fino ai 14 anni è per lei la normalità. Tutto a un tratto quel mondo crolla. Quando inizia il suo viaggio in direzione di Amburgo, senza soldi e senza nemmeno una valigia, sembra quasi di essere passati in una puntata di The Walking Dead, solo che la morte che circonda i cinque fratelli è terribilmente reale. Cate Shortland è bravissima a rendere visibile lo stupore che diventa angoscia della protagonista, seguendola quasi timidamente con la macchina da presa, come per non voler disturbare la sua terribile presa di coscienza. Fino all’incontro con il giovane ebreo, quello che era sempre stato dipinto come il male, che però diventa l’unica speranza di salvezza. E’ possibile cambiare idea e fidarsi? È un film pieno di domande, Lore, che la regista fa al suo personaggio, ma in realtà pone direttamente allo spettatore. La guerra mondiale diventa guerra personale e si rimane con il fiato sospeso fino all’ultimo, crescendo insieme a Lore, per comprendere alla fine che la verità non sempre è quella che viene inizialmente mostrata.

Il commento del critico: Rosendahl dipinge un quadro di orrore e assurdità con una prospettiva toccante, che rappresenta perfettamente la crescente consapevolezza del suo personaggio. Peter Keough, Boston Phoenix.

I premi vinti: Il film ha partecipato a numerosissimi festival, vincendo tra l’altro quelli di Amburgo e Tromsø e ottenendo il premio del pubblico a Locarno. Si è poi aggiudicato il premio come miglior film ai German Film Awards e quello come miglior attrice, per Saskia Rosendahl, agli Aacta Award australiani.

L’homevideo: Il blu-ray del film contiene un backstage di 17 minuti, alcune scene tagliate e un finale alternativo, oltre al racconto di una tedesca che durante la guerra ha vissuto una storia simile a quella di Lore e al resoconto di un panel con il pubblico tenutosi a Los Angeles.

Il trailer

Approfitto di questo spazio per segnalare una bellissima iniziativa volta a valorizzare i film non distribuiti in Italia e organizzata al Teatro Franco Parenti di Milano dagli amici di ceCINEpas: la seconda edizione di Nuovo Cinema Parenti. Dieci giorni con dieci titoli nazionali e internazionali, che rappresentano un osservatorio privilegiato sul cinema del presente. Segnaliamo l’apertura, lunedì, con La bataille de Solférino, sfolgorante esordio di Justine Triet considerato dai Cahiers du cinéma uno dei 10 film più belli del 2013 e il lucido capolavoro del greco Giorgos Lanthimos, Kynodontas. Ogni film sarà proiettato in lingua originale con sottotitoli e presentato da uno dei soci di ceCINEpas: il programma completo è sul sito del Teatro Parenti.

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