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Roma, “la procura fermò le intercettazioni all’Assunta madre”

Il settimanale Panorama sostiene che la procura impose lo stop dopo che nei colloqui era stato captato "un noto imprenditore romano" che raccontava delle pressioni esercitate sui magistrati della procura capitolina per evitare una serie di arresti
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Dopo otto mesi di intercettazioni ambientali al ristorante romano Assunta Madre per un’inchiesta di riciclaggio, fu la stessa procura di Roma a sentire l’esigenza di mettere i paletti al lavoro delle microspie. Questa la rivelazione del settimanale Panorama, giovedì in edicola, che scrive di una direttiva inviata il 20 novembre scorso dal titolare dell’inchiesta Francesco Mìnisci e dal procuratore Giuseppe Pignatone al capo della squadra mobile di Roma, Renato Cortese.

“Questa squadra mobile – scrivono i procuratori – non procederà alla registrazione dei colloqui che si collocano certamente in ambito diverso da quello delineato dal gip, avendo cura di sospendere le attività tecniche relative a quei colloqui”.

Pochi giorni prima, l’8 novembre, le cimici piazzate dalla polizia all’Assunta madre avevano captato il discorso tra Alberto Dell’Utri, fratello dell’ex senatore di Forza Italia, e l’imprenditore Vincenzo Mancuso a proposito di un presunto piano di fuga in Africa del cofondatore di Fi.

Panorama scrive che quella del gemello di Dell’Utri non è l’unica intercettazione estranea alle indagini sul riciclaggio. Ce ne sarebbe infatti un’altra che avrebbe messo in allarme gli inquirenti perché riguarderebbe i discorsi di un notissimo imprenditore romano il quale, durante una cena, avrebbe detto ai suoi commensali di aver fatto pressioni su alcuni magistrati della Capitale per evitare una serie di arresti. Nella registrazione si farebbero i nomi e cognomi e chiari riferimenti ad una determinata indagine.

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