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Friuli, le spese pazze di Ballaman (ex Lega): vini, prosciutti, frutta e fiori per 16mila euro

Per l'ex Presidente del Consiglio regionale friulano si tratta di costi di rappresentanza, ma a sentire la Corte dei conti sono gratificazioni a "elettori per consolidare il loro appoggio elettorale”
Edouard Ballaman
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Ancora problemi giudiziari per Edouard Ballaman, ex Presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, già esponente della Lega Nord, autosospesosi dal partito in seguito ai primi scandali giudiziari in cui è stato coinvolto. Nel 2012 è stato infatti condannato in primo grado per peculato (si attende la sentenza d’appello per l’estate) dal Tribunale di Trieste a un anno di reclusione e interdizione dai pubblici uffici: l’accusa era di aver utilizzato l’auto blu anche per viaggi privati, e quindi non di carattere istituzionale, tra cui la trasferta da casa all’aeroporto per il viaggio di nozze.

Questa volta l’accusa non riguarda gli spostamenti del politico, bensì acquisti di beni di varia natura compiuti nel 2011, il cui conto è stato pagato dalla collettività. Le spese contestate sono giudicate dal procuratore Zappatori “non ammissibili” né riconducibili all’attività di rappresentanza, e si riferiscono a “consumazioni presso bar, gelaterie, posti di ristorazione, ristoranti, acquisti in supermercati di alimentari, in negozi di vini, liquori, dolci, fiori, e penne”. I soldi pubblici sono stati utilizzati da Ballaman nei modi più svariati: oltre che per pranzi, cene e consumazioni al bar in varie città d’Italia, anche per diversi regali natalizi e pasquali. Sono stati emessi scontrini per l’acquisto di confezioni di caffè Illy, di prosciutto crudo San Daniele, di bottiglie di champagne, di fiori e cesti di frutta. Spacciati da Ballaman per “spese di rappresentanza”, il procuratore della Corte dei Conti Zappatori ha invece considerato inammissibile ogni rimborso. E ha puntato il dito sulle reali intenzioni del consigliere: la “gratificazione e animazione di elettori e simpatizzanti per consolidare il loro appoggio elettorale”.

Un’attività di propaganda che la Regione ha pagato con 16.799 euro di denaro pubblico. Supportate solamente da scontrini o ricevute fiscali, le spese non riportavano esplicitamente “l’indicazione delle circostante e dei motivi che le rendevano necessarie, nonché delle generalità e della qualifica dei soggetti esterni per cui le stesse erano effettuate”. Per il procuratore Zappatori “ci troviamo di fronte a un comportamento molto grave di assoluto disinteresse sul modo in cui è stato erogato e speso il denaro pubblico, un comportamento che ha causato direttamente un danno erariale”. Ad essere stati violati, per il procuratore, sono stati “i principi fondamentali di buona amministrazione e di economicità, cui deve essere ispirata l’azione di chi comunque partecipa all’attività di organi pubblici”. Il brutto vizio, ad ogni modo, sembra non essere un’eccezione nel Friuli Venezia Giulia. Lo scorso febbraio sono stati infatti condannati a risarcire la Regione gli ex presidenti dei gruppi consiliari dell’Udc (Edoardo Sasco) e della Sinistra Arcobaleno (Igor Kocijancic), accusati di non aver assicurato la corretta gestione dei contributi pubblici affidati ai rispettivi gruppi consiliari.

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