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Per il Comune di Cassola (Vicenza) la famiglia è solo quella naturale

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Nella mia totale ingenuità rispetto a ciò che accade in Italia rimango profondamente stupito di fronte a certe affermazioni di persone che, con l’intenzione – anche in buona fede, per carità – di affermare i valori in cui credono, in realtà prospettano non solo una società che non esiste, ma anche una società escludente, e in ultima analisi intollerante e cattiva.

Mi riferisco all’ultima uscita di Silvia Pasinato nella sua qualità di Sindaco di Cassola, un comune di 14.000 anime in provincia di Vicenza. Il Sindaco ha proposto e la Giunta comunale ha approvato una delibera dal titolo “La famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società”.

Vi si afferma che “la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna rappresenta l’istituzione naturale aperta alla trasmissione della vita“, che “la famiglia costituisce, più ancora di un mero nucleo giuridico, sociale ed economico, una comunità di affetti e di solidarietà in grado di insegnare e trasmettere valori culturali, spirituali e religiosi, essenziali per lo sviluppo e il benessere dei propri membri e della società”.

Inoltre, la famiglia così concepita “ha diritto a non essere contraddetta e danneggiata”, mentre “i genitori hanno il compito di … far frequentare ai propri figli scuole che siano in armonia con le loro convinzioni morali e religiose, con particolare riguardo all’educazione sessuale“.

In conclusione, con la delibera in parola il Comune si oppone “a qualunque tentativo di introdurre nell’ordinamento giuridico disposizioni normative tali da alterare la struttura della famiglia, comprimere i diritti dei genitori all’educazione dei propri figli …violare i diritti alla libertà di opinione e di credo religioso … di tutti coloro che pubblicamente dovessero esprimere un giudizio critico nei confronti di orientamenti sessuali diversi da quello naturale tra uomo e donna o dovessero opporsi ai tentativi di snaturamento dell’istituto familiare con l’introduzione del matrimonio tra persone dello stesso sesso…“, dell’adozione e così via.

Ho già speso troppo spazio a riportare stralci di questo monstrum giuridico che mi pare il caso di limitarmi a qualche osservazione puntuale.

Primo: ci sono persone omosessuali a Cassola? Ci sono coppie di conviventi di sesso diverso o dello stesso sesso in questo Paese? Che ne pensano della delibera, in cui si afferma che mentre chi si sposa e ha la fortuna di essere eterosessuale è naturale, dunque degno di libertà, diritti e protezione, chi viceversa ha la sfortuna di scoprirsi omosessuale o anche l’eterosessuale che non voglia sposarsi è indegno, innaturale e non merita la protezione del diritto e delle istituzioni? 

Soprattutto, come può essere un “orientamento sessuale diverso da quello naturale” (quale, poi?) oggetto di “giudizio critico“? E mentre scrivo penso alle nuove generazioni, a tutti i bambini e bambine, ragazzi e ragazze e giovani di Cassola, omosessuali così come eterosessuali, o a quelli che, più semplicemente, chiedono solamente di essere loro stessi: dopo questa delibera vi sentite parte di questa comunità sociale rappresentata dalla Giunta di Cassola?

Rispondete nel privato delle vostre coscienze, perché altrimenti rischiate di contraddire la famiglia naturale sponsorizzata dal Comune e dal suo Sindaco, che nel frattempo si è scusata.

Ma le lacrime di coccodrillo, in questo caso, non sono naturali. 

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