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Debiti dello Stato, Roma non convince l’Ue. Al via la procedura d’infrazione

Il vicepresidente della Commissione Ue: "La risposta dell’Italia è insoddisfacente". Aperte le pratiche per l’invio di una lettera di messa in mora. Bruxelles contesta il mancato rispetto della direttiva Ue sui tempi di pagamento
Debiti dello Stato, Roma non convince l’Ue. Al via la procedura d’infrazione
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Il vicepresidente della Commissione Ue, Antonio Tajani, dopo un incontro con l’Ance e una risposta insoddisfacente da parte di Roma, ha deciso di “avviare le pratiche necessarie per l’invio di una lettera di messa in mora” all’Italia, prima tappa dell’apertura di una procedura d’infrazione Ue, per il ritardo dei pagamenti della pubblica amministrazione.

“Dopo l’incontro con il presidente dell’Ance Paolo Buzzetti, che mi ha consegnato una documentazione allarmante” sui ritardi dei pagamenti dello Stato, “ho dato mandato ai miei servizi di avviare le pratiche necessarie per l’invio di una lettera di messa in mora all’Italia”, ha affermato Tajani, sottolineando di essere “rimasto insoddisfatto dalla risposta lapalissiana dell’Italia alla Eu Pilot”, la fase che precede l’avvio di una procedura d’infrazione. Il vicepresidente della Commissione Ue non ha fornito una data precisa per l’effettivo invio della lettera, in quanto ci sono “tempi tecnici burocratici necessari”. Bruxelles contesta a Roma il mancato rispetto della direttiva Ue sui tempi di pagamento, che sono 30-60 giorni, confermandosi l’Italia invece il “peggior pagatore dell’Ue”.

La lettera di messa in mora non riguarderà invece la questione del corretto recepimento delle norme europee, in quanto la risposta arrivata venerdì sera a Bruxelles alle sue richieste di chiarimento su quella che sembrava un’interpretazione scorretta del pagamento della mora come alternativa al rispetto dei tempi sembra “dare ragione alla Commissione”, ha detto Tajani, anche se “ora la esamineremo da un punto di vista giuridico”.

Tajani aveva già annunciato a febbraio l’avvio della procedura di infrazione, dando all’Italia cinque settimane di tempo per “rispondere alle contestazioni” e assicurando che “se la risposta non sarà soddisfacente si procederà con la messa in mora”. Un tema, quello dei debiti della pubblica amministrazione, che del resto era sul tavolo del vicepresidente della Commissione Ue fin dal novembre 2011 e del quale l’allora ministro per lo Sviluppo economico, Corrado Passera, si sarebbe dovuto occupare tempestivamente, stando alle parole dello stesso ex banchiere a poche settimane dall’insediamento del governo Monti.

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