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Rolling Stones, seguendo questa logica portiamoli a Pompei

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Dopo i crolli, i furti a Pompei! Cosa dimostrano? Che è sbagliato il ‘modello Pompei’, il nostro modo di pensare, di aggiungere toppe su toppe: occorre un nuovo paradigma.

È inaccettabile che un qualsiasi turista della domenica possa trovarsi a tu per tu con affreschi di 2000 anni fa senza schermi o protezioni, senza controllori presenti, con la possibilità di alitare, sputare, incidere le proprie iniziali e un cuoricino, portarsi via un souvenir. È ugualmente sbagliato che una città che racconta la vita nell’antichità forse più della stessa Roma sia lasciata esposta alle intemperie che inevitabilmente la consumano.

Sull’isola di Santorini, in Grecia, è emersa una città del 1700 a.C., Akrotiri, con tanto di affreschi mirabolanti. Ebbene, cos’hanno fatto i greci? Hanno organizzato una copertura integrale del sito (più piccolo di Pompei, è vero, ma fino a un certo punto). E i turisti camminano su passerelle rialzate, da dove godono di una vista ottimale (vedi sotto). Il risultato è che, pioggia o non pioggia, vandali o non vandali, la città antica si conserva perfettamente: i reperti non sono a tiro degli agenti distruttivi.

Gli affreschi e la pittura in genere sono la cosa più difficile da tramandare attraverso i millenni. Se noi non ci riusciamo non è per motivi economici: c’è tutto il mondo disposto ad aiutarci. È perché siamo i nuovi barbari, quelli che se ‘con la cultura non si mangia’, non ci interessa. Pompei chiaramente non regge i 6500-7.000 visitatori al giorno: si potrebbe cominciare con il numero chiuso e un rialzo del prezzo dei biglietti.

Il sindaco di Roma dovrebbe essere il primo difensore del patrimonio ideale e materiale di Roma Antica. In realtà, ha tanto poco a cuore la città che governa – che non è la sua città, ed impropriamente gli è stata affidata – da concepire un concerto dei Rolling Stones al Circo Massimo. L’antico ippodromo romano è al centro di una grandiosa ma fragile area archeologica, che già fu danneggiata ai tempi dei festeggiamenti dello scudetto. Sono attese: 65.000 persone, alcune delle quali scavalcheranno tutto quel che si può scavalcare; una invasione di moto e motorini; decibel a gogo; 67 gazebo; torri alte 37 metri; ecc.. Le soprintendenze competenti sono divise: ma basterebbe il buon senso e un po’ di amore per la propria terra e la propria identità per capire che uno stadio moderno o il Palasport sono molto più adatti ad ospitare l’evento.

Come si difende Ignazio Marino? Rassicura sulla sostenibilità archeologica dell’avvenimento? Nient’affatto! “Sono un vero fan dei Rolling Stones, sarà una serata stupenda!”; e racconta come a casa indossi spesso la maglietta della band. Anch’io sono un fan dei Rolling Stones. Ma se questa è la logica, perché non portare direttamente gli Stones al Teatro Grande di Pompei?


Questa bella e colta signora del 79 d.C., con stilo e quaderno (tavolette) in mano, sembra perplessa. Ne ha ben d’onde!

La riscossa nazionale non può nascere dal culto dell’effimero. Non può che partire dall’orgoglio della nostra identità, delle nostre radici, della nostra peculiare missione nel mondo, dalla nostra capacità di sviluppare o conservare i beni pubblici; che anticamente, fecero grande Roma.

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