Il mondo FQ

Musica: Diego Galeri e la rinascita con gli Adam Carpet

Icona dei commenti Commenti

“Un ritorno dei Timoria? Basta ascoltare i dischi di ognuno di noi per capire che è un’ipotesi remota”. Ex batterista dei Timoria, Diego Galeri è uno abituato a non guardarsi indietro mai. Non è rimasto ancorato al passato, che tante soddisfazioni gli ha regalato, anche se prosegue la sua attività nel mondo della musica, e lo fa in modo del tutto indipendente. È diventato produttore dopo aver fondato un’etichetta, la Prismopaco Records, con la quale aiuta a coltivare le passioni di chi condivide la sua. E suona la batteria in una nuova band, gli Adam Carpet, composta da musicisti anch’essi provenienti da altre band più o meno famose: Edoardo Barbosa, Silvia Ottanà, Alessandro Deidda e Giovanni Calella

Sono lontani i tempi in cui Francesco Renga cantava Diego picchia di più, oggi il batterista si dedica a un genere che – afferma Galeri – “mi fa stare bene, mi diverte. Ho concentrato le mie energie in questo gruppo nato qualche anno fa, dall’esigenza di sperimentare cose nuove, soprattutto dal punto di vista sonoro”. Dopo anni di militanza in formazioni tradizionali, il batterista sentiva l’esigenza di rimescolare le carte: da sempre intrigato dall’idea di avere in squadra una doppia batteria, in questa nuova formazione la sezione ritmica è duplicata: “Trovare soluzioni con due batterie e due bassi è molto stimolante. Un quinto elemento invece si occupa di vari strumenti armonici, tra cui le chitarre e i synth. Diamo spazio alla musica in un mondo in cui, il cantante è sopravvalutato e la sua figura abusata”. Per adesso, quel che conta sono solo le emozioni che la musica può dare, ma non è escluso, però, che in futuro gli Adam Carpet possano dotarsi di un cantante valido a tal punto da far rivedere i loro progetti.

Il disco, omonimo, con il quale hanno debuttato, è composto da 12 brani strumentali, rock ruvido mischiato all’elettronica, ma il massimo lo danno nei loro live show: durante le loro esibizioni, la band è supportata da un duo dedito alla visual art Akme che lavora col mapping, una tecnica di proiezione che trasforma qualsiasi tipo di superficie geometrica in un display dinamico. Un’esperienza che unisce la realtà al virtuale, accompagnata dalla musica ipnotica ed evocativa dei musicisti. La sensazione è quella di trovarsi come all’interno di un videogioco interattivo fatto di luci e immagini. “Puntiamo tutto sulla musica e sulla qualità audio – afferma Diego Galeri – perché il pubblico va riportato a un buon livello, e la musica va rispettata. C’è troppa incompetenza da parte di chi lavora nel mondo della musica e noi siamo convinti che i musicisti debbano prendere una posizione forte al riguardo”. Molto curiosi, infine,  i titoli dei brani:  “Sono abbastanza inusuali, è vero. Non essendoci testi c’è stata massima libertà nell’elaborazione anche da quel punto di vista. Richiamano episodi, personaggi, o frasi accennate in determinate occasioni. Pensiamo che possano servire a dare un’immagine onirica alle musiche”. Un po’ come le fotografie, che ci mostrano quello che non abbiamo le parole per dire. Ma in fin dei conti, quel che conta è la musica. Vive Le ROcK!





Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione