Sembra un istante e invece sono trascorsi esattamente 20 anni quando in Inghilterra esplose quel fenomeno musicale che va sotto il nome di Brit-pop. Quando i Blur di Damon Albarn si contendevano lo scettro di miglior band con gli Oasis dei fratelli Gallagher, contrapposti mediaticamente come i Beatles e i Rolling Stones nei ’60 e ’70. A partire dagli anni Duemila, ci fu una nuova british invasion, di cui neanche l’Italia fu immune. Anche da noi ci fu chi si schierò con l’una o con l’altra band e chi a loro cercò di rifarsi musicalmente. Fra questi troviamo i Velvet, band fra le più longeve nel panorama italico che non ha mai nascosto la propria ammirazione per l’Inghilterra e passione per il genere Brit-pop. Guidata dal frontman Pierluigi Ferrantini, nel 2001 la band ottenne un successo clamoroso con un brano che fu un vero e proprio tormentone, Boyband, con il quale facevano il verso alla celebre Boys and girls dei Blur.

Da allora il mondo è cambiato con grande rapidità, Damon Albarn sembra concentrato più sui progetti solistici che sulla band, i fratelli Gallagher pare che neanche si parlino più tra loro e gli Oasis sono inattivi dal 2009, nonostante gli ostinati tentativi di chi prova a far riappacificare Noel e Liam. I Velvet, invece, restano uniti e compatti tra loro, e oggi nel loro curriculum artistico vantano sei dischi, esperienze di livello internazionale e collaborazioni di grande prestigio.

Pierluigi Ferrantini (voce e chitarra), Giancarlo Cornetta (batteria), Pierfrancesco Bazzoffi (basso) e Alessandro Sgreccia (chitarra) dal 1998 hanno intrapreso il loro percorso all’interno del mondo della musica italiana, facendo molta strada e oggi hanno aperto anche uno studio di registrazione e un’etichetta, Cosecomuni, con la quale i Velvet producono promettenti band emergenti come i Kutso e gli Astenia. Da qualche giorno è uscito Storie il nuovo album che presenteranno questa sera al Circolo degli Artisti a Roma, e che a detta di Pier Ferrantini “contiene almeno tre dei sei migliori brani della discografia dei Velvet”.

Composto da undici canzoni che ne evidenziano la coerenza, oltreché la maturazione ed evoluzione artistica, “inizialmente – racconta Pier –  l’idea era quella di pubblicare una serie di Ep, canzoni nuove da far uscire a breve distanza le une dalle altre”. Come avvenuto con La Razionalità, il cui videoclip si è aggiudicato il premio di miglior video al Mei 2013. “Poi però – prosegue il cantante – ci siamo resi conto che erano molti i  fan che spingevano verso la pubblicazione di un vero e proprio album”. Riguardo al titolo, il cantante spiega: “Abbiamo scelto questo titolo dopo esserci accorti, rileggendo i testi, che la parola storie compariva in quasi tutte le canzoni. E così abbiamo lasciato che fossero le canzoni a scegliere la propria strada”. Nel disco, però, più che storie, vengono narrate sensazioni, esperienze ed emozioni come ne I perdenti e gli eroi, brano che racconta molto della loro vita, di quando da giovani si prefiggevano obiettivi da raggiungere, e tanto più erano difficili da raggiungere, tanto più ci credevano. Riuscendoci.

Il disco, impreziosito dalle collaborazioni di Federico Dragogna dei Ministri nel brano Una vita diversa, che non sfigurerebbe affatto nella soundtrack del celebre videogioco Fifa per Playstation (dove peraltro figurarono anche i Blur con Song#2). “Questo pezzo – racconta Ferrantini – è molto importante per noi, a dir la verità l’avevamo già da un po’ di tempo e aspettavamo soltanto momento propizio per pubblicarlo. Quando ancora mancava il testo pensai di contattare Federico della band i Ministri. Mi piace il modo in cui lui scrive e la sua linea melodica come artista. È stato un vero e proprio passaggio generazionale divertente”. Gli altri due nomi sono quelli del bravo cantautore torinese Alberto Bianco, che ha collaborato nella stesura di più testi, e del trombettista Fabrizio Bosso in Scrivimi quello che fai: “Sinceramente non pensavamo che la tromba potesse essere uno strumento adatto alle nostre canzoni. È stato lui a chiederci di suonare in Scrivimi quello che fai, che tra l’altro era già finita e mixata. La sua intuizione si è rivelata grandiosa”. Chiude il disco il brano Goldfinger, cover dei british Ash. Tutto torna.

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