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Festival di Berlino 2014: location in cambio di delizie. Il baratto salentino secondo Winspeare

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E se tornassimo al baratto? Il regista Edoardo Winspeare, in concorso in Panorama al 64° Festival di Berlino, ne parla con l’entusiasmo di chi l’ha fatto, e con un certo successo. “Il nostro ufficio sembra una succursale della Caritas, zeppo di cibo, olio, vino, frutta e verdura”. Per affrontare la sua ultima fatica, In grazia di Dio, il cineasta salentino di origine mitteleuropea ha letteralmente optato per svariate forme di do-ut-des, “perché la crisi impone vie alternative”.

Benedetto Salento che – almeno  – offre delizie agroalimentari tali da riuscire parzialmente a compensare lo “sporco” denaro. “Però tutte le maestranze e i tecnici sono stati pagati, che sia ben chiaro”, aggiunge. Infatti il suo baratto si è manifestato unicamente come “pagamento” per le location del film, girato a e nei dintorni di Giuliano di Lecce, 594 abitanti all’anagrafe. Tonnellate di vino per giornate di riprese, quintalate di pasta, casse impilate di sottaceti, persino prestazioni dentistiche gratuite in cambio di un po’ di promozione al dentista locale.

“Non abbiamo messo il logo con la dentiera perché ci pareva davvero di cattivo gusto, ma lui voleva persino gli orari di apertura di studio!”  Insomma, un’operazione homemade, a totale Kilometro Zero, famigliarissima (vi recitano la moglie Celeste Casciaro, la di lei figlia e del regista figliastra Laura Licchetta, il socio-produttore Angelico Ferrarese, l’amica figlia dei baristi di Lecce Barbara De Matteis), e altamente ecologica con rifiuto della plastica, l’uso di biciclette, i pernottamenti presso i set, gli avanzi dei pasti dati agli animali degli agricoltori limitrofi.

Da sempre attento alla riscoperta dei valori tradizionali della sua terra, il 49enne Winspeare è solito far parlare i cast dei suoi film in dialetto “non per ideologia localistica, ma perché la gente parla realmente così..” e In grazia di Dio non fa eccezione: un film prevalentemente “al femminile” in cui la volontà ferrea di non arrendersi alla depressione da crisi induce una famigliola composta da tre generazioni di donne a vivere in un casolare in campagna, reinventandosi alla bene-meglio. Sopra il dio denaro vediamo vincere il valore della terra, la forza di una comunità coesa, il desiderio di un futuro che inevitabilmente filtra il meglio di un passato ancestrale. In grazia di Dio sarà nelle sale italiane in primavera.

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